Negli Stati Uniti è in vendita la prima Barbie con la Sindrome di Down, ecco come è stata accolta.
La prima Barbie con la Sindrome di Down è sbarcata finalmente sul mercato. Si tratta di una bambola che offre la possibilità a bambini e bambine con questa sindrome di poter giocare con qualcosa che li rappresenti. A sostenerlo è Kandi Pickard, presidente e Ceo di National Down Syndrome Society.
Non è la prima volta che la Mattel lancia una bambola che sia inclusiva. Questo risponde a un’espressa politica dell’azienda statunitense che mira a includere più donne possibili e a far sognare le bimbe di tutto il mondo dal momento in cui ha preso vita nel 1959. Inizialmente Barbie era una bambola dai capelli biondi e dal corpo slanciato che faceva la modella. Stando a uno studio risalente al 2009 dell’università del South Australia nella realtà c’è solo 1 possibilità su 100 mila che una donna possa somigliarle.
A quel punto l’azienda ha iniziato a lavorare su nuovi modelli, più realistici. Sono comparse Barbie Curvy, Tall, Petite per poi passare a quella con l’apparecchio acustico, con la vitiligine, con la carrozzina e senza una gamba, oltre alle bambole che rappresentavano etnie diverse. Ora c’è stato un ulteriore passo avanti in questo senso con la Barbie con la Sindrome di Down.
Per realizzare questa Barbie la Mattel ha collaborato con la National Down Syndrome Society. Il giocattolo presenta un corpo più corto delle altre bambole, il suo viso è rotondo mentre le orecchie sono più piccole. Anche la forma degli occhi richiama quella di chi ha questa sindrome. La Bambola sfoggia un vestito con fiori gialli e blu, cioè quelli usati nella giornata dedicata a questa condizione. Infine la Barbie indossa anche dei plantari rosa alle caviglie e una collana rosa con le tre punte del 21° cromosoma.
“Questo significa molto per la nostra comunità che per la prima volta può giocare con una bambola Barbie che le somiglia” ha sottolineato Kandi Pickard che non ha mancato di evidenziare che non si dovrebbe mancare di sottovalutare il potere della rappresentazione. La bambola fa parte della linea Fashionistas, cioè quella che si trova con maggiore facilità nei negozi di giocattoli. Per promuoverla sono stati scelti influencer con la Sindrome di Down come: Ellie Goldstein, Enya, per l’Italia invece c’è l’attivista Luca Trapanese che ha adottato Alba, una bambina con la Sindrome di Down. Davvero una bella idea.
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