Per evitare il sempre più allarmante rischio burnout sul posto di lavoro, ci sono delle strategie che i capi possono mettere in campo garantendo un clima professionale sano, sicuro e inclusivo per tutti.
Con Sindrome da burnout si intende una condizione intensa di stress lavorativo che si protrae per tantissimo tempo, al punto da causare un logorio psicofisico che sfocia nella demotivazione e nel disinteresse. Si tratta di una reazione più che normale da parte del nostro corpo. In qualche modo, ci informa di aver raggiunto il limite massimo della sopportazione e non è più in grado di fronteggiare delle situazioni stressanti.
In altre parole, la nostra mente non ce la fa più e non ha più le risorse adeguate per andare avanti. Purtroppo però, si tratta di un fenomeno crescente, sempre più diffuso e allarmante in Italia. Turni di lavoro massacranti, paghe basse e richieste a volte impossibili da parte dei datori di lavoro descrivono l’attuale condizione lavorativa nel nostro Paese. Ma non solo.
Tra licenziamenti, blocco delle assunzioni e un’attenzione quasi morbosa a massimizzare i profitti e la produttività, ai dipendenti si chiede di fare di più con meno risorse. E in questo clima tossico e nocivo, la Sindrome da burnout può scoppiare da un momento all’altro. Ecco perché puntare sull’empatia e sulla comprensione al giorno d’oggi è il migliore investimento che si possa fare per un ambiente di lavoro sano.
Come evitare il rischio bornout e vivere al meglio il proprio lavoro
Proprio perché non è il lavoro a determinare una persona o, peggio, la sua importanza, è importante sempre scindere l’ambito professionale da quello personale. Come riportato dalla rivista ‘Fortune Well’, secondo un sondaggio condotto da Future Forum, il 42% dei lavoratori globali ha dichiarato lo scorso inverno di sentirsi stanco ed esaurito. Quasi la metà, con un aumento del 2% rispetto al trimestre precedente, vive male il rapporto col proprio lavoro, ovvero quello strumento che dovrebbe nobilitare anziché annullare l’uomo.
Ma cosa possono fare i capi nel concreto per evitare l’esaurimento sul posto di lavoro? A questa domanda sempre a ‘Fortune Well’ ha risposto Liz Fosslien, autrice di bestseller e responsabile della comunicazione e dei contenuti di Humu, una società di risorse umane. Innanzitutto, si dovrebbero attuare le cosiddette “correzioni emotive”, mettendosi nei panni dell’altro e provando le sue stesse emozioni. In questo modo si ridurrebbe di molto il senso di ansia costante che accompagna i lavoratori. E si potrebbe anche facilitare una conversazione il più possibile franca e aperta. Riconoscere ciò che provano gli altri, infatti, senza la paura di essere giudicati o umiliati, migliora sia le prestazioni che la produttività.
Ma anche stabilire obiettivi chiari e celebrare mini traguardi, lodando i dipendenti e il duro lavoro svolto fino ad ora, può fare la differenza. Fornire un obiettivo, infatti, aiuta il team ad avere una stabilità maggiore e avere uno scopo comune da raggiungere, può riaccendere l’entusiasmo e la motivazione. Specialmente se si riconosce il valore degli altri e il loro impegno. Ma oltre a una gratificazione emotiva, è importante avere un riconoscimento tangibile. E se non è possibile dare aumenti o bonus, si può comunque istituire un fondo per lo sviluppo professionale. Ma non solo. Si possono considerare anche ferie retribuite aggiuntive o opzioni di lavoro flessibili.
Far crescere il proprio team, però, è la chiave vincente. Avere conversazioni lungimiranti volte a scoprire l’insoddisfazione dei lavoratori e correggerla, non solo fidelizza il dipendente al datore di lavoro, ma gli permette di crescere e fare carriera all’interno dell’azienda. Una risorsa, se è una buona risorsa, va coccolata e premiata quando serve. Anche il capo infatti ne trae giovamento e la produttività sarà sempre al massimo. Infine, si deve ricordare sempre che ci sono delle persone e non solo dei dipendenti sul posto di lavoro. Riconoscerli in quanto umani e in quanto persone che hanno una vita al di fuori dell’ufficio è davvero un valore aggiunto. E se il team non sta affrontando un bel periodo, riunirsi per una birra post lavoro può far riscoprire il senso ultimo dei rapporti umani molto spesso dimenticato.