La nuova riforma fiscale del Governo Meloni rischia di cambiare lo scenario sul fronte di quanto guadagnano gli italiani.
L’esecutivo guidata da Giorgia Meloni ha messo in calendario un cambiamento che rischia di cambiare per sempre le buste paghe degli italiani. Ad annunciarlo negli scorsi giorni è stato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, il quale ha comunicato che i documenti della riforma dovrebbero arrivare sul banco del Governo già a fine aprile.
L’intervento dovrebbe avvenire in maniera sostanziale e strutturale, tanto da cambiare addirittura le aliquote Irpef. Come è noto, al momento, esistono quattro scaglioni Irpef, mentre la volontà della maggioranza sembra quella di arrivare ad una aliquota unica. Da capire c’è come cambieranno gli stipendi e comprendere se qualcuno se ne ricaverà benefici o altri se ne perderanno. Ma prima di arrivare a conclusioni, è bene ricordare che gli scaglioni momentaneamente sono quattro: al 23 %, al 25%, al 35% e al 43%. In ordine: fino a 15 mila euro di reddito, da 15mila a 28mila euro di reddito, da 28mila a 50 mila di reddito, più di 50mila euro di reddito. Proprio su questi sembra direzionata la volontà del Governo, con la possibilità di eliminare secondo e terzo scaglione, arrivando ad averne solo uno.
Stipendi, cosa potrebbe accadere nelle tasche degli italiani
Qualora la riforma passasse, aumenterebbe l’imposta lorda per coloro che guadagnano dai 15mila fino ai 30mila euro. A farne le spese sono soprattutto coloro che guadagnano più di 25mila euro, che subirebbero un aumento di tasse per 300 euro.
Sopra i 30mila euro, invece, l’Irpef diminuisce ancora di più. Addirittura, chi guadagna più di 50mila euro potrebbe arrivare a pagare circa 1200 euro in meno. Un’altra ipotesi al vaglio dal Consiglio dei Ministri è di procedere in questo modo: con più di 25mila euro, infatti, andrebbero a pagare 200 euro circa di meno di tasse. Mentre invece ancora più vantaggi li avrebbe chi guadagna di più: circa 700 euro di vantaggi. Insomma, in fin dei conti, in una manovra da 10 miliardi di euro andrebbe a fare lo sgambetto soprattutto a chi guadagna di meno, mentre a sorridere dovrebbero essere coloro che a fine anno hanno introiti più alto.