Molti fumatori non sanno cosa sia il morbo di Buerger, ma farebbero bene a informarsi: ecco i rischi che stanno correndo.
Che fumare faccia male alla salute non è certo una novità. Ma oltre alle controindicazioni e ai rischi più noti, con diversi gradi di gravità (dalle difficoltà respiratorie al tumore ai polmoni), ci sono conseguenze meno note ma non meno insidiose. Una di queste è la malattia di Buerger (conosciuta anche come tromboangioite obliterante). Vediamo insieme di cosa si tratta.
Il morbo di Buerger è una condizione che colpisce i vasi sanguigni, tipicamente di braccia e gambe, provocando un gonfiore post infiammazione che può ostacolare il flusso del sangue, oltre a favorire la formazione di coaguli capaci di causare trombosi, con dolorose conseguenze: danni ai tessuti e, nei casi peggiori, cancrena.
Il morbo di Buerger dalla A alla Z
La malattia di Buerger si manifesta generalmente con una serie di sintomi provocati dal restringimento o dall’ostruzione delle arterie e delle vene intermedie e/o di piccolo calibro di braccia o gambe, con conseguente riduzione del flusso sanguigno:
- Dita delle mani o dei piedi pallide, rosse o bluastre
- Mani o piedi freddi
- Dolore a mani e piedi (bruciore o formicolio)
- Dolore alle gambe, alle caviglie o ai piedi durante la deambulazione (solitamente localizzato nell’arco del piede), fino a provocare zoppia
- Cambiamenti della pelle e/o piaghe sulle dita delle mani o dei piedi.
Non è dato conoscere la causa esatta della malattia di Buerger, ma c’è sicuramente una stretta correlazione con il vizio del fumo. Tanto che, non esistendo altre cure, l’unico rimedio utile a prevenire complicazioni consiste nel rinunciare alle sigarette. La malattia non va assolutamente sottovalutata: spesso bisogna ricorrere alla chirurgia per ripristinare il flusso sanguigno, e per alcuni pazienti si rende addirittura necessaria l’amputazione della mano o del piede colpiti da infezione o necrosi.
La maggior parte dei pazienti affetti da malattia di Buerger ha tra i 20 e i 45 anni ed è di sesso maschile (per gli uomini l’incidenza è tripla rispetto alle donne, anche se la differenza si va attenuando). Non è da escludere una predisposizione genetica, mentre resta da chiarire l’effetto della sigaretta elettronica e dispositivi analoghi. Per questa patologia non si registrano tassi elevati di mortalità, ma il rischio è comunque concreto.
