Nel corso di quest’anno il SuperBonus ha subito varie modifiche. Nonostante ciò due voci di spesa indispensabili si sono salvate: quali sono.
Durante questo 2023 il Governo Italiano ha messo in discussione anche il SuperBonus. Infatti il sussidio pubblico ha subito diverse modifiche nel corso di quest’anno. Scopriamo quindi tutti i dettagli riguardanti il beneficio pubblico e le due voci di spesa indispensabili che sono riuscite a salvarsi.
Nonostante siano passati tre anni dalla sua introduzione, il SuperBonus è ancora uno dei sussidi a disposizione dei cittadini italiani. Come tutti sapranno questa misura comprende una serie di meccanismi d’agevolazione, detrazioni e rimborsi per interventi di natura edilizia. L’obiettivo è di finanziare l’ammodernamento di costruzioni e infrastrutture andando quindi a migliorare l’efficienza energetica. Inoltre con questa misura il Conte Bis ha cercato anche di risollevare il settore edile da tempo in crisi.
Durante questo 2023 il sussidio ha subito diverse modifiche. Proprio il nuovo esecutivo ha chiesto di non applicare lo lo stop a cessione e credito per gli interventi di edilizia libera per i quali non è prevista la presentazione di un titolo abilitativo, per questo motivo sono compresi anche caldaie ed infissi. Mentre invece con le compensazioni dell’F24 si cerca di per sciogliere il grande nodo dei crediti incagliati. Per ulteriori modifiche i partiti hanno avanzato 300 emendamenti, 22 di questi già scartati. Due voci di spesa però sono riuscite ad essere salvate e risultano fondamentali, scopriamo quali sono.
Superbonus, salvate due voci di spesa: sono indispensabili
Un’indiscrezione dell’ultima ora rivela la decisione dell’esecutivo di bloccare il meccanismo della cessione dei crediti. Questa scelta però ha creato non poche difficoltà imprese e condomini impegnati sul superbonus 110%. Inoltre avrebbe penalizzato anche tutti coloro che avevano programmato lavori in edilizia libera che possono fruire dello sconto del 50 per cento. A complicare il tutto è la definizione di inizio lavori, definita con l’installazione di una caldaia o dei serramenti.
Con le nuove regole dovrebbero versare la quota intera, riuscendo a sfruttare solo negli anni successivi la detrazione Irpef durante la dichiarazione dei redditi. Il nuovo esecutivo quindi rischia di far perdere appeal a questi interventi. Lo stop immediato allo stesso tempo sarebbe una beffa per chi si è già mosso. Inoltre nel 2022 è stata approvata la manovra salva-sconti nonostante il prossimo 31 marzo scade il termine per comunicare l’opzione di cessione del credito all’Agenzia delle entrate. Allo stesso tempo però molte di queste fatture non sono state accettate.
Per questo motivo è previsto un emendamento che permetterà di dare una possibilità di caricarli sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate anche se la procedura di accettazione della banca non si è conclusa. La palla quindi passa al Ministero che avrà il compito di anticipare gli effetti della norma consentendo all’Agenzia di accettare le comunicazioni. Con questa normativa quindi si cercherà di evitare tutte le beffe per chi ha già investito sul Superbonus 110%.