Le parolacce andrebbero evitate per non risultare volgari e inappropriati al contesto, ma secondo gli psicologi hanno un effetto positivo.
Le parolacce fanno parte del nostro linguaggio e vengono utilizzate quotidianamente da chiunque. Certo, ci sono contesti in cui è vietato utilizzarle e in cui siamo costretti a tenerle dentro, ma rispetto al passato c’è decisamente maggiore tolleranza a riguardo. Il fatto è che il turpiloquio è sempre più utilizzato sui media e ci sono anche esponenti politici che lo utilizzano in modo costante e per far sì che chi li ascolta li percepisca come parte di loro.
Secondo alcuni studi, l’ingresso del turpiloquio nel dibattito politico non è casuale e nasce insieme al fallimento della prima Repubblica. Se fino a quel momento il politico era visto come una figura al di sopra della massa ed il suo linguaggio doveva rispecchiare questa superiorità sociale e culturale, nella seconda Repubblica la tendenza è quella di far sentire ai votanti che non c’è differenza e che il politico può comprendere perfettamente quali siano le esigenze del popolo.
A sdoganare l’utilizzo del turpiloquio un pubblico sono però stati i media ed in particolare i comici, capaci di utilizzare le parolacce in contesti e in modalità che risultino divertenti e che dimostrino auto-ironia, la capacità di mettere a nudo le debolezze di ciascuno di noi. È indubbio dunque che ci sia stato un involgarimento della lingua e della società, ma questo è necessariamente un aspetto negativo?
Le parolacce possono fare molto bene secondo gli psicologi
In base a quanto emerso da alcuni studi psicologici, la parolaccia è un modo di esprimere rabbia nei confronti di qualcuno ed in un certo senso è una forma di progresso. Molte volte, infatti, sostituiamo la reazione violenta con la parolaccia e questo da un lato frena l’impulso attaccare fisicamente, dall’altro serve da avvertimento per fare capire alla persona oggetto della nostra ira che è giunto il momento di smetterla di tirare la corda. Lo studio del comportamento delle persone affette da sindrome di Tourette e degli afasici ha dimostrato che l’esplosione del turpiloquio proviene dalla stessa area del cervello che genera i tic nervosi. L’incapacità di controllare le parole è causata da un danneggiamento dell’emisfero sinistro del cervello, quello che consente il controllo dei gesti e delle parole.
Per quanto riguarda l’utilizzo volontario del turpiloquio, si è scoperto che l’esplosione di rabbia vebale ha un effetto calmante, permette al soggetto di gestire la rabbia e la tensione e di provare un senso di piacere e rilassamento subito dopo. In un esperimento condotto nel 2022 dal dottor Stephens (linguista e psicologo) si è scoperto che indulgere in imprecazioni aumenta la sopportazione del dolore. Arrabbiarsi aumenta la frequenza cardiaca, stimola la produzione di adrenalina e aumenta la soglia del dolore.
Infine sembra ci sia una correlazione tra l’utilizzo continuo del turpiloquio e dell’intelligenza. Esattamente come qualsiasi altro genere di vocabolo, la parolaccia fa parte delle conoscenze umane e dunque il conoscerne un numero maggiore, implica avere una migliore e maggiore conoscenza della lingua che stiamo utilizzando. Il conoscere l’esatto significato delle parolacce permette al soggetto di utilizzarle nel “contesto adeguato” allo scopo di offendere maggiormente il destinatario della sua rabbia, il che è indice di intelligenza.