Ti sei mai chiesto perchè alcune specie di animali uccidono i piccoli e poi li mangiano? Si tratta di un fenomeno frequente e la spiegazione è tutt’altro che banale.
Il cannibalismo filiale potrebbe avere origine nell’istinto di sopravvivenza del resto della prole, può sembrare controintuitivo ma è una delle possibili ragioni. I grandi in genere sono volti a garantire le giuste cure ed attenzioni ai più piccoli, specie a quelli venuti al mondo da poco, ma non è sempre è così.
Coloro che possiedono animali spesso si ritrovano ad interrogarsi sul fenomeno del cannibalismo filiale. Chi nella sua vita ha avuto la fortuna di avere dei gatti, si sarà ritrovato almeno una volta ad assistere alla nascita della prole, talvolta constatando che la mamma dei piccoli ne avesse ucciso uno o più di uno per poi mangiarlo. Quello che per l’uomo è un’azione deplorevole, in realtà per gli animali ha tutt’altro significato.
Sono state ipotizzate diverse teorie, ma gli scienziati non sono ancora riusciti a giungere ad una risposta univoca, pur continuando a studiare il fenomeno. Le cause potrebbero essere molteplici, ma ve ne sono alcune che sono maggiormente accreditate.
Cannibalismo filiale, quali sono le cause?
La spiegazione risiederebbe dunque in una sorta di strategia adattiva, la madre cioè mangia i piccoli per ottenere energia e garantire un corretto e sano sviluppo agli altri figli, considerati più forti e dunque in grado di assicurare la sopravvivenza della specie. Il fenomeno del cannibalismo filiale si registra in talune specie feline, canine, viene agita da alcuni uccelli. Non è affatto un fenomeno isolato e come accennato le cause possono essere svariate.
Ma tra le più accreditate vi è quella del risparmio energetico che la femmina opera al fine di salvaguardare il resto della prole. Si tratterebbe dunque di un sacrificio del singolo in favore della comunità, una strategia ben nota e che in natura trova applicazione da milioni e milioni di anni.