Vi è mai capitato di avere quel classico ‘lampo di genio’ proprio sotto la doccia? Esiste un perché, lo hanno spiegato gli psicologi.
Fare la doccia per molti può essere un momento di relax non solo per il corpo, ma anche per la mente. Proprio per questo spesso capita che, sotto il getto d’acqua calda, il nostro cervello dia sfogo alla sua creatività o pensi a diversi modi per risolvere un problema che ci affligge da tempo. Non si tratta di una coincidenza, ma ha a che fare con il funzionamento del nostro cervello.
La mente funziona attraverso una certa capacità limitata all’attenzione; è un limite biologico invalicabile ed il motivo per il quale è difficile svolgere più compiti contemporaneamente. Attività meccaniche, come fare una doccia o una passeggiata, pongono il nostro cervello in uno stato chiamato ‘flow’: la pausa dal pensiero conscio da spazio alle idee sviluppatesi nel subconscio. Così le attività solitarie diventano un modo per disconnettersi dalla realtà e meditare su nuove prospettive.
L’assenza di pensiero diventa quindi la condizione ideale per meditare su alcuni problemi e trovare delle risposte adeguate. Quando la mente razionale si concentra su un problema, spende quasi tutte le sue energie su di esso, limitando di fatto l’attività del pensiero inconscio. Le attività meccaniche -come fare una passeggiata, allenarsi in palestra, fare trekking o una semplice doccia- rilassano abbastanza la mente cosciente da ‘aprirla’ a nuove idee inconsce.
La doccia in particolare ha un beneficio in più rispetto ad altre attività simili: il rumore dell’acqua blocca quasi completamente gli stimoli esterni. In un certo senso, questo rumore di sottofondo, continuo ed implacabile, crea una parziale deprivazione sensoriale. Parte delle nostre capacità mentali, che sarebbero altrimenti impegnate a catalogare gli input sensoriali. hanno la libertà di spaziare, di navigare tra idee e concetti prima senza forma o sfogo. Così le idee superano l’inconscio e passano al livello della coscienza.
In senso pratico, questo processo si traduce nel classico momento di esclamazione improvvisa, quella sensazione di ‘lampadina accesa’ su un problema al quale non si stava attivamente pensando. Per questo un attività meccanica può invece diventare un’attività meditativa a tutti gli effetti, che ci ancora al momento presente, nel qui e ora, e può aiutarci a risolvere in maniera non traumatica e senza sforzo anche i problemi più ardui o, perché no, nuove idee creative e artistiche.
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