C’era una volta il libretto degli assegni. C’era e non ci sarà, a breve, più. Ciò che stanno facendo alcune banche, una su tutte, è di accantonare oltre duemila anni di storia. Sì, proprio così. Forse non tutti sanno che qualcosa di molto simile al libretto degli assegni c’era già fra gli Antichi Romani.
Con le dovute differenze del caso, ovviamente, gli antenati dei capitolini utilizzavano la cosiddetta praescriptio. E’ una sorta di prescrizione acquisitiva, un modo d’acquisto della proprietà attraverso il possesso: la fusione dei due istituti fu operata da Giustiniano nel 531, che la utilizzò come modo d’acquisto della proprietà, applicabile ai beni immobili. Anche i mercanti musulmani utilizzavano il ṣakk, col quale trasferivano denaro attraverso in una maniera più sicura delle monete.
L’uso degli assegni nell’Europa Occidentale, intesi come mandati di pagamento a un trattario in favore del beneficiario, risale almeno al Trecento. Un secolo dopo anche in Italia. Il primo assegno in Inghilterra apparve nel 1670 come drawn note, a metà Ottocento gli assegni si diffusero in tutta Europa, nel 1931 è stata approvata la convenzione internazionale che disciplina in maniera uniforme la materia degli assegni. Due anni dopo In Italia arrivò il regio decreto, che governò la norma principale in materia.
Cosa cambia dall’8 maggio
Questo breve excursus storico per capire quanto sono stati utilizzati gli assegni e cosa vuole dire mettere fine ad essi. E’ di questa idea Intesa Sanpaolo. Che ha deciso che da maggio bloccherà il rilascio del celeberrimo libretto degli assegni.
“Ti informiamo inoltre, che a partire dalla stessa data, potrai effettuare online bonifici istantanei senza alcuna commissione aggiuntiva, allo stesso costo del bonifico Italia”. Lo stralcio di una lettera che l’istituto bancario italiano attivo nato dalla fusione tra Banca Intesa S.p.A. e Sanpaolo IMI S.p.A. un po’ torinese (sede legale e amministrativa) un po’ milanese (qui la sede secondaria) ha mandato ad alcuni clienti è l’anticamera del prepensionamento.
Per il momento non tutti i clienti l’hanno ricevuto, il che vuol dire che Intesa Sanpaolo inizierà questo storico cambiamento gradualmente. Senza fretta ma senza pausa, perché un deadline esiste già, è l’8 maggio, giorno in cui non si potrà utilizzare più il blocchetto degli assegni. L’alternativa?
Una modalità di pagamento digitale, ovviamente, a parità – promettono dall’istituto bancario – di condizioni economiche. Intesa farà da apripista comunque alla nuova era senza più il libretto degli assegni: Bankitalia adotterà lo stesso provvedimento (c’è da capire quando), sempre pe lo stesso motivo, ormai gli assegni vengono utilizzati con una percentuale irrisorio, che non arriva neanche al 2%. In questo mondo un po’ tech un po’ smart, non c’è più spazio per tutto ciò che è cartaceo.