Il mondo dell’automotive viene individuato come il principale responsabile delle emissioni di CO2, tra i principali inquinanti, che poi causano cambiamenti climatici anche drammatici
La situazione ecologica e ambientale del nostro pianeta versa in condizioni preoccupanti. Questo è innegabile. Occorre, al più presto, fare qualcosa per ridurre l’inquinamento, che a sua volta, causa il riscaldamento globale. Come sappiamo, gli Stati Uniti e la Commissione Europea hanno individuato nelle vetture le principali responsabili dell’inquinamento. Ecco, allora, la decisione sulle auto alimentate a diesel e benzina. Occorre che tutti noi ci si abitui.
Come detto, il mondo dell’automotive viene individuato come il principale responsabile delle emissioni di CO2, tra i principali inquinanti, che poi causano cambiamenti climatici anche drammatici. In tanti, infatti, mettono in correlazione le tante catastrofi che stanno avvenendo nel mondo con un equilibro climatico ed ecologico ormai alterato.
I diktat della Commissione Europea sono chiari. Stop alle auto ad alimentazione diesel e benzina dal 2035. Un volere che ha causato, evidentemente, le reazioni, le ribellioni del mondo dell’industria automobilistica. Dodici anni nel mondo dell’imprenditoria, soprattutto dell’alta imprenditoria, non sono nulla.
Pensare di poter programmare la conversione della produzione solo sull’elettrico, metterebbe in ginocchio diversi colossi. Non è un caso, infatti, che alcuni tra i Paesi maggiori produttori di vetture stia contestando duramente l’intransigenza di Bruxelles. Tra questi, chiaramente, la Germania. Ma anche l’Italia, soprattutto da quando si è insediato il Governo di centrodestra, sta battagliando. Ecco, quindi, cosa potrebbe succedere a breve.
Stop alle auto diesel e benzina?
Sappiamo bene, infatti, che appena poche settimane fa, il Parlamento europeo ha approvato il provvedimento con cui si stabilisce lo stop alle nuove immatricolazioni per le auto alimentate a diesel e benzina a partire dal 2035. E questo, nonostante il parere contrario di diversi Paesi. Italia, Polonia e Bulgaria hanno annunciato il voto contrario per la ratifica, mentre la Germania chiede una deroga per i motori alimentati da carburanti sintetici e biologici. E se saltasse il voto di Berlino, mancherebbe il quorum.
Per questo, sembrerebbe che, al momento, la ratifica del voto di Strasburgo possa slittare. Addirittura a data da destinarsi. In Europa si vuole evitare, dunque, di commettere un clamoroso autogol. E anche l’associazione europea dei produttori di automobili (Acea), che raccoglie le 14 maggiori aziende del settore, ha esultato per questo rinvio.
Diverse aziende, comunque, si stanno preparando a un passaggio che, in un modo o nell’altro, sembra destinato ad arrivare: il passaggio all’elettrico. Il problema, però, è che moltissimi Paesi, tra cui l’Italia, sono sprovvisti delle infrastrutture necessarie per la ricarica delle vetture elettriche. Uno dei motivi che mantiene, quindi, l’orizzonte ancora nebuloso. Le auto alimentate con i motori a combustione sono, per adesso, salve. Ma solo per adesso… E la Commissione Europea non intende cambiare la data: 2035.