Sapevate che l’inquinamento ha degli affetti sulla salute mentale? È quanto emerso da uno studio condotto da un team di scienziati. I dati parlano chiaro, le risultanze della ricerca non sono affatto incoraggianti, molti dei disturbi psicologici più frequenti sono da imputare alla distruzione ambientale.
La correlazione tra manifestazione di malessere mentale ed i danni atmosferici è ormai certa, ma quali sono le patologie in aumento? E quali sono i sintomi? Il quadro è vasto ma, al primo accenno occorre intervenire per poter scongiurare il verificarsi di problemi più gravi.
L’inquinamento ambientale è uno dei temi più discussi e più controversi degli ultimi anni. I danni catastrofici che si sono verificati in seguito alla distruzione dell’ecosistema, hanno portato all’insorgere di malattie aggressive che stanno mettendo a rischio l’umanità. Ma se è certo che l’inquinamento atmosferico sia responsabile di talune patologie fisiche, poco si conosceva in materia di danni psicologici. Il nesso è ormai stati appurato, anche la psiche risente in modo nefasto degli effetti dell’inquinamento.
Uno studio condotto di recente dal National Bureau for Economic Research statunitense ha confermato che potrebbe sussistere una correlazione tra l’aumento dei tassi di inquinamento da PM2,5 e la crescita del tasso di suicidi. Le risultanze hanno evidenziato infatti, che gli americani che vivono in posti in cui la qualità dell’aria è bassa hanno una maggiore probabilità di sviluppare malattie mentali con conseguente aumento delle probabilità di suicidio.
Gli esperti hanno per questo ipotizzato l’esistenza di un nesso tra lo smog e l’insorgenza di patologie come la demenza, l’Alzheimer, i disturbi dell’apprendimento, schizofrenia e bipolarismo. Ma non è finita qui. Gli scienziati sono concordi con l’affermare che potrebbe sussistere una connessione anche tra disturbi come ansia e depressione e polveri sottili, smog e traffico.
Non è più un mistero dunque, l’ambiente e la salubrità dello stesso condizionano fortemente la salute psichica dell’essere umano, gli studi confermano questa correlazione ed alcuni sono partiti nel lontano 2009. Una ricerca condotta della Cambridge University di Londra ha accertato già ai tempi, il collegamento tra l’ aumento del biossido di azoto ed rischio di ricovero e di trattamento per disturbi mentali.
Dati significativi che non devono essere ignorati. Spesso infatti si discute di inquinamento e di malattie fisiche, mettendo in secondo piano i rischi che la distruzione ambientale comporta sul benessere psicologico. I ricercatori attraverso gli studi stanno cercando non solo conferme per poter trovare soluzioni, ma anche di sensibilizzare al tema. Un’accurata informazione è imprescindibile per cercare di arrestare il fenomeno ed “educare” tutti, ad un sano rispetto del nostro pianeta.
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