Dovete sapere qual è la città più inquinata d’Italia, sul podio una insospettabile. Tutte le informazioni utili da conoscere.
L’inquinamento è il male del nostro tempo. Le attività umane intensive, nell’industria e nell’agricoltura, hanno immesso nell’aria che respiriamo ingenti quantità di sostanze nocive responsabili dei cambiamenti climatici e anche dei crescenti problemi di salute, dalle allergie ai tumori.
L’inquinamento atmosferico è un grande problema dell’Italia. La nostra Pianura Padana, dove si concentra l’attività industriale e agricola nazionale, è una delle zone più inquinate d’Europa. Qui si concentra la maggior parte delle emissioni nocive che produciamo e qui sono più urgenti gli interventi di riduzione dei livelli di inquinamento, a cominciare dalle polveri sottili (PM10 e PM 2.5), alla base di tanti problemi di salute.
Nella classifica delle città più inquinate d’Italia, non è una sorpresa che sia proprio una della Pianura Padana. In cima al podio, tuttavia, si posiziona una città a cui forse non avremmo pensato, non come prima risposta almeno. Ecco tutto quello che bisogna sapere sulla città più inquinata d’Italia.
Storica città dell’automobile, anche se la produzione si è nettamente ridotta negli anni, è Torino la città più inquinata d’Italia per polveri sottili o particolato atmosferico. Scommettiamo che tutti avranno pensato a Milano, oggi la capitale industriale d’Italia, non solo commerciale e finanziaria. Infatti, Milano è molto inquinata ma si piazza al secondo posto della classifica, dietro a Torino.
A stabilirlo è un rapporto di Legambiente, uscito a fine gennaio e intitolato “Mal’aria di città“, che si basa sui livelli di particolato PM10 e PM2.5 e sui livelli di biossido di azoto (NO2), registrati nelle città italiane nel 2022.
Legambiente ha monitorato 95 città italiane, delle quali 29 hanno superato i limiti normativi per gli sforamenti di PM10 (35 giorni all’anno, con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo).
La centralina Grassi di Torino si colloca al primo posto, con ben 98 giorni di sforamento. Segue la centralina Senato di Milano con 84 giorni, Baussano di Asti con 79 giorni, Giardini di Modena con 75, poi Arcella di Padova e Tagliamento di Venezia ognuna con 70 giorni di sforamento. Queste città hanno doppiato il numero degli sforamenti consentiti.
Non è certo un primato di cui andare fieri essere la città più inquinata d’Italia per polveri sottili PM10. Per questo Torino è stata invitata da Legambiente a prendere subito provvedimenti per ridurre l’inquinamento dell’aria.
Riduzione del traffico dei veicoli e dell’accensione degli impianti di riscaldamento sono tra le prime misure che solitamente vengono prese in questi casi. Ma non basta, servono interventi più radicali e duraturi nel tempo.
Il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, ha sottolineato che “l’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza“. Infatti, “in Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da PM2.5, pari a 1/5 di quelli rilevati in tutto il continente”.
Pertanto, ha ribadito Ciafani, “è necessario agire con urgenza per salvaguardare la salute dei cittadini, introducendo politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura”.
Per ulteriori informazioni, il rapporto di Legambiente: www.legambiente.it/rapporti-e-osservatori/rapporti-in-evidenza/malaria-di-citta
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