Mezzo di trasporto utilissimo e mediamente economico, in un paese molto vicino a noi sono stati costruiti dei treni completamente sbagliati
Sembra proprio la sceneggiatura di un film: il treno si avvicina alla galleria e, man mano che la distanza diminuisce, il macchinista nota che non ci si passa. A quel punto, se la pellicola esistesse davvero, probabilmente arriverebbe un supereroe a salvare tutti i passeggeri e a fermare il convoglio con la sola forza di un braccio.
Nei fatti, purtroppo, i supereroi di quel tipo non esistono e gli incidenti sono troppi, anche per quanto riguarda il trasporto ferroviario. Questa volta, fortunatamente, non è successo niente e le autorità si sono accorte del potenziale pericolo prima che tutto avvenisse. In un paese molto vicino a noi, sono stati immessi sulla circolazione ferroviaria dei nuovi treni: peccato, però, che non passino dalle gallerie.
Ebbene sì, è tutto vero: in Spagna sono stati acquistati 31 treni per pendolari alla modica cifra di 360 milioni di euro ma, una volta arrivati sul territorio, ci si è resi conto che sono troppo grandi per passare nei tunnel nelle Asturie e in Cantabria. Questo ha comportato la rassegnazione delle dimissioni di Isabel Pardo de Vera, la sottosegretaria ai Trasporti e di Isaias Tobias, capo dell’azienda ferroviaria Renfe.
Il governo di Madrid ha comunicato che il danno è stato scoperto per tempo e, fortunatamente, si è riusciti ad evitare la perdita dell’ingente somma di denaro. La regione settentrionale della Cantabria, però, ha chiesto un risarcimento; è stato lo stesso Presidente Miguel Angel Revilla a definire questa situazione “un pasticcio indicibile“. L’ordine della Renfe era partito nel 2020 e solo nel 2021 l’azienda Caf si è resa conto delle dimensioni scorrette. A quel punto, aveva bloccato la produzione.
Nel nord della Spagna, la rete ferroviaria risale al diciannovesimo secolo, per cui i tunnel sulle montagne non hanno dimensioni oggi considerate standard, ma sono più piccoli. Nel frattempo, l’operatore Adif e la Renfe hanno avviato un’indagine congiunta per capire come sia potuto succedere. Ovviamente, questo errore ha ritardato la consegna di nuovi convogli che, a questo punto, è slittata al 2026. Tra treni mai arrivati, licenziamenti in tronco e consegne immediate di dimissioni, si può dire che questo errore sia costato caro a tutti.
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