Farina di grilli, attenzione a una proteina: potrebbe essere pericolosa per la salute

A partire dallo scorso gennaio 2023, la farina di grilli può essere messa sul mercato in ogni Stato dell’Unione Europea, Italia inclusa. Ecco che cosa si sa in merito a questa farina

Dallo scorso gennaio, in Italia come nel resto dell’Ue, sarà possibile acquistare e vendere prodotti a base di insetti, tra cui la farina di grilli. In Asia mangiare insetti è all’ordine del giorno, ma qui si è davvero pronti ad accogliere i suddetti prodotti?

Farina di grilli, attenti a una proteina
Farina di grillo-crmag.it

L’Unione Europea per ora ha ammesso la vendita di prodotti con farina di grillo (acheta domesticus) e larve del verme della farina minore (alphitibius diaperinus). Quello che in molti si domandano, è se questi prodotti siano sicuri per l’uomo. A questo proposito, un’intervista della Fondazione Veronesi al professor Agostino Macrì, ex direttore del Dipartimento di Sanità Alimentare dell’Iss risponde a tali quesiti.

Alla domanda se la farina di grilli è un prodotto sicuro, il professore spiega che è un tipo di farina che si produce attraverso la macinazione delle larve dei grilli ed è molto proteica e si può usare per sfornare biscotti, dolci, pane o pasta. È creata con una tecnica di allevamento specifica, con controllo assicurato, dopodiché l’hanno sottoposta a una serie di valutazioni da parte dell’Efsa, passaggio molto importante per mettere un prodotto sul mercato.

Farina di grillo, qual è la proteina che potrebbe essere rischiosa

Queste farine non contengono organismi patogeni, micotossine, metalli pesanti, idrocarburi. Secondo il professor Macrì, «l’unico problema potrebbe essere rappresentato dalla chitina, proteina contenuta nel carapace dei grilli che, nelle persone allergiche, può dare manifestazioni che vanno dal semplice eritema cutaneo allo shock anafilattico, come vale per molti altri prodotti (arachidi o crostacei ad esempio)».

Farina di grillo, attenti a una proteina che potrebbe essere rischiosa
Farina-crmag.it

La questione costi

Il professore sottolinea, inoltre, che anche coloro che non sono allergici, ingerendola frequentemente, potrebbero divenire sensibili al prodotto. Chiaramente chi produce questi alimenti devono segnalare la presenza di farina di grillo negli alimenti messi sul mercato.

La farina di grillo, attualmente, è categorizzata come prodotto di nicchia, che ha costi piuttosto elevati. Si parla di 40/70 euro al kg, mentre la farina di frumento ha un costo di due euro al kg e la farina di soia, che somiglia di più a quella dei grilli se vista da un punto di vista nutrizionale, ha un costo che si aggira sui 3 euro al kg. Per il professore,  questo tipo di «prodotti a base di insetti potrebbero aiutarci nelle produzioni di origine vegetale».

Gestione cookie