L’Isee è un documento fondamentale per accedere a molti dei bonus, contributi, agevolazioni e sussidi attualmente a disposizione. Cosa succede se il modello risulta errato per un errore del Caf? Scopriamolo insieme.
Spesso i contribuenti si affidano ai Centri di assistenza fiscale (Caf) per la compilazione del proprio Isee, tramite il quale si indica la situazione economica familiare. Si tratta, come noto, di un documento fondamentale per accedere a moltissime agevolazioni e prestazioni assistenziali erogate dallo Stato.
Quando tutto fila liscio, nessun problema. Cosa succede però se il modello Isee presentato in una sede ufficiale risulta errato per uno sbaglio commesso dal Caf? E’ possibile per il contribuente danneggiato richiedere un rimborso, ma solo a certe inderogabili condizioni.
Quando l’Isee sbagliato può costare caro
Errare humanum est, dicevano i latini. Può naturalmente capitare che il Caf commetta qualche errore nel redigere l’Isee, e che per tale motivo il contribuente perda dei bonus e delle prestazioni. Se si accerta la responsabilità dei consulenti fiscali di eventuali errori nella compilazione, il contribuente ha diritto a richiedere il risarcimento dei danni. Va però dimostrato che tali errori sono dovuti a disattenzione del centro di assistenza fiscale, e non alla superficialità del contribuente nel fornire la documentazione necessaria.
Secondo quanto previsto dal contratto di incarico professionale, l’operatore del Caf è tenuto a rispettare i seguenti obblighi:
- Fornire assistenza al dichiarante durante la compilazione del modello Isee esaminando la documentazione necessaria;
- Informare il richiedente sugli obblighi, le responsabilità e le sanzioni derivanti da errata o omessa comunicazione dei dati richiesti nella certificazione Isee;
- Rilasciare al richiedente copia firmata della dichiarazione Isee contenente la ricevuta attestante la presentazione della Dsu, con l’impegno a trasmettere alla banca dati dell’Inps entro 4 giorni lavorativi i dati in essa contenuti;
- Conservare copia della dichiarazione, per 2 anni dalla data di trasmissione, sottoscritta dal richiedente e i dati acquisiti al fine di
consentire le eventuali verifiche da parte delle autorità, degli enti incaricati o della sede centrale del Caf; - Contattare il richiedente per il rilascio dell’attestazione Isee qualora ne abbia conferito mandato al Caf;
- Informare il soggetto richiedente che la dichiarazione è valida fino al 15 gennaio dell’anno successivo.
Se i suddetti obblighi non sono rispettati dall’operatore, quest’ultimo è responsabile per inadempimento dell’incarico professionale ed è possibile chiedere il risarcimento del danno provocato e delle sanzioni addebitate. Se invece l’operatore si accorge dello sbaglio dopo aver inviato l’attestazione Isee, può e deve richiedere la rettifica dei dati inseriti.
Per quanto concerne la richiesta di risarcimento, il contribuente danneggiato deve procedere con la messa in mora, inviando al Caf una raccomandata A/R o una pec per intimare allo stesso di procedere alle correzioni degli errori commessi, se possibile, o di procedere a risarcire i danni subìti.
La lettera di messa in mora deve necessariamente contenere le seguenti informazioni:
- Descrizione dell’errore commesso e del mancato adempimento di compiti e responsabilità da parte dell’operatore;
- Indicazione degli errori da correggere e/o richiesta di risarcimento danni;
- Termini per adempiere alla richiesta;
- Minaccia di procedere per vie legali nel caso di ulteriore inadempienza.
Con la speranza di risolverla in modo equo e ragionevole senza finire in tribunale…