E’ iniziato il conto alla rovescia per la tanto attesa riforma del Fisco: ecco le possibili novità messe in campo dal governo Meloni.
Mancano ormai poche settimane a quella che è stata annunciata come una rivoluzione in campo fiscale. Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo dovrebbe infatti vedere la luce il testo della riforma fiscale del governo Meloni al quale sta lavorando il viceministro all’Economia con delega al fisco Maurizio Leo.
Le anticipazioni parlano di una revisione delle aliquote e di una progressiva introduzione della flat tax al 15%, che potrebbe essere inglobata nelle aliquote Irpef. Il principio di fondo sarebbe quello dell’equità orizzontale: far pagare a tutti – dal lavoratore dipendente al pensionato – le stesse tasse. Ma entriamo nei dettagli delle proposte.
La riforma del Fisco dalla A alla Z
Secondo il viceministro Leo, la riforma fiscale sarà presentata al Consiglio dei ministri al più tardi a inizio primavera e si comporrà di quattro parti: la prima “riguarderà i principi generali”, la seconda la revisione delle imposte, la terza i procedimenti, dall’accertamento alla riscossione e al contenzioso, la quarta i Testi unici.
Come accennato, l’obiettivo principe dell’esecutivo Meloni per i prossimi 5 anni resta la flat tax: un’aliquota fiscale unica per tutti, sia per autonomi, che già ne beneficiano, sia per i lavoratori dipendenti, fino a un limite di reddito di 85mila euro. L’ipotesi del governo è quella di raggiungerla per step: la flat tax al 15%, per esempio, potrebbe essere inglobata nelle aliquote Irpef, come primo scaglione per tutti i redditi.
Il principio ispiratore del governo è quello dell’equità orizzontale: tassare in eguale misura tutti i redditi, che provengano da lavoro dipendente o da pensione. Il viceministro Leo ha accennato a un “addolcimento” delle aliquote, riducendole a tre: 23%, 27% e 43%. Resta però da capire dove saranno individuate le coperture.
Un altro caposaldo è l’introduzione del quoziente familiare: un sistema di tassazione dei cittadini che tiene conto del carico familiare e dei figli. Come alcuni hanno fatto notare, il sistema penalizza le persone con una famiglia, in quanto devono sostenere oneri che i single non hanno. Ma secondo Alessandro Santoro, docente di Scienza delle Finanze, il sistema allo studio del governo presenta degli svantaggi: e premia soprattutto i ricchi con redditi alti, disincentivando il lavoro femminile.
C’è poi tutto il capitolo delle agevolazioni e detrazioni. Il governo sembra pronto a rinunciare alla no tax area e ad armonizzare il sistema di detrazioni, agevolazioni ed esenzioni fiscali da indicare in Dichiarazione dei redditi. Attualmente i redditi tra i 120 e i 240 mila euro sono progressivamente esclusi dalle agevolazioni (tranne quelle sanitarie e per le ristrutturazioni edilizie): l’idea è quella di concedere riduzioni e sconti ad altre fasce reddituali.
Ultime, ma non meno importanti, le misure attese sul fronte Ires e Irap, con quest’ultima che dovrebbe essere cancellata. Quanto all’Iva, si intende razionalizzare l’attuale struttura, con particolare riferimento al regime agevolato del 4%, del 5% e del 10%. Sarà interessante capire come.