Google ha deciso, chiude la storica piattaforma: che mazzata per gli utenti

Brutte notizie per i patiti fedelissimi di Google: il 19 gennaio è stata definitivamente staccata la spina e la notizia ha fatto il giro del mondo. Ecco tutti i dettagli.

Google è ormai parte della nostra quotidianità, il sito al quale milioni di persone ogni giorno si affidano per effettuare ricerche online di ogni genere. L’azienda americana è stata fondata nel 1998, e nel 2006 ha acquistato un altro colosso del web: Youtube.

google chiusura stadia
Google (CRMag.it)

Google negli anni ha aumentato la sua popolarità, e come strumento di ricerca resta sempre al primo posto nel mondo. Con il tempo il colosso statunitense ha sviluppato nuovi servizi per gli utenti, ma oggi uno di questi ha chiuso definitivamente i battenti.

L’ultima svolta in casa Google

Il servizio per giocare in cloud di Google ha chiuso definitivamente i battenti. Gli utenti non potranno più accedere alle loro librerie digitali di titoli acquistati nel corso di questi anni, a partire dal 2019, quando il servizio era stato lanciato.

La notizia dell’addio a Google Stadia, già nota da diversi mesi, ha preso in contropiede molti di coloro che hanno seguito da vicino il servizio in abbonamento cloud gaming di BigG. La spina è stata staccata il 19 gennaio mattina, ma non prima di aver introdotto una novità nel catalogo dei videogiochi presenti all’interno di Stadia: un gioco a dir poco inaspettato, Worm Game.

La chiusura di Stadia ha preceduto di poche ore l’annuncio da parte di Google di oltre 12.000 licenziamenti in tutto il mondo. Per quanto riguarda il controller di Stadia, nei giorni scorsi l’azienda ha rilasciato un aggiornamento per renderlo utilizzabile su Pc, Mac e sistemi Android in modalità wireless, per evitare così di lasciare agli utenti un soprammobile inutile in casa.

Google Stadia ha chiuso
Google Stadia account chiuso su Instagram (Crmag.it)

Lo scorso settembre il vicepresidente e general manager di Stadia, Phil Harrison, aveva diramato un comunicato stampa sulla chiusura definitiva del servizio, prevista proprio per gennaio 2023. “Sebbene l’approccio di Stadia ai giochi in streaming per i consumatori sia stato costruito su una solida base tecnologica – recitava la nota -, non ha ottenuto la spinta che ci aspettavamo, quindi abbiamo preso la difficile decisione di iniziare a chiudere il nostro servizio di streaming Stadia”. Di lì a poco sono partiti i rimborsi ai clienti che avevano creduto nella piattaforma di Google.

Si è conclusa così la triste epopea di Google Stadia, un servizio presentato tre anni fa come un nuovo modo di concepire il videogioco, non più legato a specifiche piattaforme. Il problema principale è stato una comunicazione poco chiara fin dall’inizio. Google Stadia è stato infatti presentato come “il Netflix dei videogiochi”, cioè un servizio in abbonamento che avrebbe messo a disposizione dell’utente un ricco catalogo di giochi, tra cui esclusive sviluppate da team interni di Google, accessibili in cloud su qualsiasi dispositivo grazie alla potenza dei server.

Ma dalle dichiarazioni ai fatti il passo non è stato breve, anzi. All’atto pratico, l’utente doveva acquistare singolarmente i vari titoli per poterci giocare. Con la progressiva crescita di servizi concorrenti (come xCloud di Microsoft) e la perdita di esclusive, giunta con la chiusura dei team interni nel 2021, Stadia ha subìto il colpo di grazia. Un vero peccato, vista l’ottima impalcatura tecnologica su cui si basava. Un flop colossale della storia dei videogiochi. Resta ora da vedere se Google saprà fare tesoro di questi errori e tornare alla carica con un’alternativa vincente.

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