Sicuramente è uno dei telecronisti più apprezzati dai tifosi di calcio, ed oggi risponde a una domanda che chiunque abbia visto una partita si è posto.
Ormai possiamo dirlo: al pari di Niccolò Carosio, Nando Martellini e Bruno Pizzul, Fabio Caressa è e sarà uno dei telecronisti più noti della storia del calcio. Grande appassionato di questo sport, studia da sempre, per rendere perfetto ogni piccolo particolare. Per questo le sue rivelazioni, spesso affidate ai social, stuzzicano sempre gli spettatori. E non è da meno questa effettuata rispondendo ad Alessandro Cattelan, davvero clamorosa.
Fabio Caressa è sposato dal 1999 con Benedetta Parodi, per anni conduttrice di Studio Aperto e della rubrica “Cotto e mangiato”, e dal 2011 conduttrice su LA7 del programma “I menù di Benedetta”, nel quale lo stesso Caressa in alcune puntate è stato ospite – sia solo che assieme ai tre figli. “Romano de Roma”, inizia proprio nelle emittenti della capitale quello che è il suo grande percorso giornalistico. Oggi 55enne, è all’inizio degli anni ’90 che inizia a farsi conoscere come membro di spicco della squadra dei telecronisti della neonata pay-tv Tele+. Nel 1991 la prima telecronaca, per Tottenham-Leeds Utd di Premier League, in differita.
Prima su Tele+, poi con Sky, cura le telecronache delle partite di cartello del campionato italiano di serie A, ma non solo. Segue anche della Champions League.
Insieme a Giuseppe Bergomi forma una delle più celebri coppie di telecronisti di Sky Sport. Due talismani, peraltro, dato che commentano la vittoria dell’Italia al campionato del mondo di calcio del 2006. E nell’estate del 2021 commentano il vittorioso cammino della nazionale Italiana al campionato europeo di calcio 2020. Nel 2006 ha pubblicato il libro “Andiamo a Berlino”, edito da Baldini&Castoldi.
E proprio questa frase ha a che fare con la clamorosa rivelazione fatta da Fabio Caressa ad Alessandro Cattelan. Il telecronista, infatti, è noto anche per le sue frasi fatte, per i suoi slogan, come “l’arbitro manda tutti a prendere un tè caldo” pronunciata sempre alla fine dei primi tempi. E Cattelan con la curiosità che lo contraddistingue, gli chiede proprio se queste frasi siano naturali o preparate.
Con grande sincerità, Caressa risponde che alcune (tra cui proprio quella riferita alla bevanda calda) siano ovviamente frutto di uno studio, per rendere iconiche e riconoscibili le sue telecronache. Nascono così i “tormentoni”. Ma quelle che gli vengono meglio sono quelle che nascono di getto.
E così il giornalista svela un intimo ricordo legato alla frase “Andiamo a Berlino”. Queste parole, infatti, sarebbero state in qualche modo “suggerite” da un suo amico che oggi non c’è più. A ogni spostamento (che coincideva con una vittoria dell’Italia) l’amico infatti diceva a Caressa “chiudiamo le valigie e andiamo a…” cambiando di volta in volta il nome della città. Nasce così, dunque, una di quelle frasi memorabili, che non dimenticheremo mai. Così come, sicuramente, Fabio Caressa non dimenticherà mai il suo amico.
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