Mascherine, lo scandalo da 30 milioni di euro: l’inchiesta sconvolge il Paese

Negli ultimi anni le mascherine sono entrate a far parte della nostra quotidianità per proteggerci dal Covid. Le scorte non sarebbero però arrivate nel nostro Paese in modo del tutto trasparente.

Il periodo peggiore delle restrizioni introdotte per fermare la pandemia sembra essere ormai alle spalle, nonostante il Covid non possa essere considerato sconfitto. I soggetti considerati fragili devono ancora prestare la massima attenzione per evitare di essere contagiati, ben sapendo che nel loro caso l’infezione potrebbe essere più pesante.

Scandalo delle mascherine (crmag.it)
Scandalo delle mascherine (crmag.it)

È proprio per questo che soprattutto a loro viene raccomandato, se non lo hanno ancora fatto, di sottoporsi alla quarta dose di vaccino. Nel loro caso l’utilizzo delle mascherine può rivelarsi ancora piuttosto utile, oltre a essere ancora obbligatorio (al momento fino al 30 aprile) nelle case di cura, negli studi medici e in ospedale.

Le mascherine sono state indispensabili

Ormai da qualche mese l’utilizzo delle mascherine non è più diventato obbligatorio in molte occasioni della nostra quotidianità, nonostante ci sia ancora qualcuno che preferisce utilizzarle come protezione.

Chi lo fa potrebbe essere giudicato come uno terrorizzato dalla possibilità di contrarre ogni tipo di virus, anche se in realtà molto spesso si tratta di persone immunodepresse o fragili o che vivono con persone che possono essere più a rischio nel caso in cui dovessero contrarre il Covid.

Le vittime della pandemia nel nostro Paese sono purtroppo state tantissime, soprattutto nel primo periodo in cui il Coronavirus si è diffuso, ma sarebbe un errore pensare che le mascherine siano state inutili.

A volte, infatti, può bastare poco per essere infettati anche se la si indossa: le chirurgiche, ad esempio, possono spostarsi facilmente oltre a essere le più deboli tra quelle disponibili in commercio. Non solo, nel nostro Paese sono arrivati anche dei dispositivi di protezione che non erano idonei grazie a persone che hanno cercato di approfittarsi della situazione di emergenza.

Ora è necessario vederci chiaro

A distanza di tempo si riesce certamente a vedere il fatto con maggiore distacco e a capire quindi se qualcosa non abbia funzionato a dovere. Questo vale anche per quello che può essere definito “lo scandalo mascherine“, che ha portato a finire sul banco degli imputati l’ex commissario Domenico Arcuri, il responsabile unico del procedimento per l’acquisto da parte della struttura commissariale Antonio Fabbrocini, il giornalista Mario Benotti e altre nove persone, oltre a quattro società.

Sulla base della ricostruzione della Procura, sembra che lo Stato sia arrivato a spendere più di un milione al mese per le forniture a partire da inizio 202o, ma per prodotti che non sarebbero poi mai stati potuti essere utilizzati.

In molti magazzini del nostro Paese ci sarebbero addirittura 340 milioni di mascherine, che sarebbero però tutte da buttare perché lo stesso Arcuri si era reso conto in prima persona che il loro livello di protezione sarebbe stato inferiore rispetto a quanto garantito. Non solo, alcuni modelli avrebbero anche potuto essere dannosi per la salute di chi le avrebbe utilizzate.

mascherine
Le mascherine indossate male non proteggono – Foto | Canva

Sulla base di quanto riscontrato dalla Procura, gli indagati avrebbero preso commissioni per 77 milioni di euro per garantire le forniture tra maggio e luglio 2020. Come molti ricordano, quello è stato uno dei periodi peggiori della pandemia, a cui è seguito quello che gli esperti definiscono “il picco dei contagi”.

Ora resta da capire se gli imputati possano rischiare il rinvio a giudizio. La posizione peggiore sembra essere quella di Fabbrocini, accusato di frode nelle pubbliche relazioni, falso e abuso d’ufficio, ma quest’ultimo è lo stesso reato che viene contestato anche ad Arcuri (nel suo caso sono state fatte cadere le accuse di peculato e corruzione).

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