Fare rifornimento si è trasformato in un vero e proprio salasso, che sta mettendo in ginocchio tantissime famiglie, stremate anche dagli aumenti che riguardano gli altri settori. Una situazione che non ha davvero precedenti.
Ogni famiglia, ma questo vale ovviamente anche per chi vive solo, deve far fronte a tantissime spese. Oltre a quelle previste per spesa e bollette, alcuni devono mettere in conto anche quelle previste per mutuo o affitto, ma a questa se ne aggiunge una che molti tendono a trascurare, quella prevista per il rifornimento auto.
Il problema diventa inevitabilmente maggiore per chi è abituato a fare ogni giorno decide di chilometri per motivi di lavoro e deve quindi compiere questa operazione più volte nel corso del mese. Ora però i costi sono diventati davvero stratosferici.
Il rifornimento carburante ora costa sempre di più
La guerra in Ucraina è stata certamente una delle motivazioni che ha contribuito a innalzare i costi da sostenere in fase di rifornimento auto. Anzi, sin da inizio anno si è verificata una situazione che ha ben pochi precedenti: il diesel è arrivato ad avere un prezzo superiore alla benzina, mentre solitamente accadeva l’opposto.
Sottovalutare questa situazione sarebbe però sbagliato, non solo per le conseguenze che questo ha sul bilancio economico di ognuno. Tra gli effetti c’è stato infatti anche un rialzo dei prezzi di molti prodotti che finiscono sulla nostra tavola per una motivazione ben precisa: la maggior parte dei veicoli che riforniscono i punti vendita è infatti alimentato a gasolio, quindi si è ritrovato a dover mettere in conto un investimento superiore rispetto al passato per il pieno.
Ora i prezzi fanno davvero paura
Il quadro generale è però peggiorato con l’inizio del 2023, il primo periodo in cui non è più attivo il taglio alle accise dei carburanti, che permetteva di risparmiare fino a 30 centesimi in fase di rifornimento. La decisione presa dal governo Meloni (aveva già ridotto lo sconto a dicembre) sta inevitabilmente facendo discutere, visto che è stata considerata come l’ennesima batosta per molte famiglie, ma non è escluso possa essere presto adottata una misura ad hoc pensata per le fasce più deboli.
In attesa di quel momento, però, la situazione generale nella nostra Penisola è davvero preoccupante. È soprattutto il gasolio quello che ha raggiunto livelli record, al punto tale da essere vicino ai 3 euro al litro se non ci sarà al più previsto un’inversione di tendenza.
Ci sono delle zone del nostro Paese dove il rialzo appare davvero elevatissimo. È il caso, ad esempio, dell’Isola di Vulcano, dove il gasolio ha raggiunto quota 2,349 euro al litro in modalità servito, 2,239 euro/litro la benzina. Non va molto meglio a La Maddalena, in Sardegna, dove la benzina sale a 2,087 euro al litro, 2,229 euro il gasolio. E in autostrada, se possibile, è ancora peggio. Questo è quanto accade sull’A1 Roma-Milano, una delle più trafficate, dove il gasolio viaggia verso 2,5 euro al litro (2,479 euro).
Il Codacons, associazione che da tempo opera a tutela dei consumatori, ha deciso però di non stare a guardare e si è mosso concretamente per provare a dare un sostegno a chi è in difficoltà: “Abbiamo presentato un esposto a 104 Procure di tutta Italia e alla Guardia di Finanza, chiedendo di indagare sui prezzi di benzina e gasolio allo scopo di accertare eventuali speculazioni o rialzi ingiustificati dei listini” – sono le parole del presidente Carlo Rienzi.