Ecco le principali misure della manovra varata da Montecitorio che vale 35 miliardi di euro, di cui 21 finanziati in deficit. Ora il passaggio in Senato
E’ una fine dell’anno infuocata quella che sta vivendo la politica italiana. Stiamo infatti assistendo a una corsa contro il tempo per l’approvazione della Legge di Bilancio, che va varata entro la fine dell’anno, pena l’avvio della procedura di esercizio provvisorio. Ecco cosa prevede il documento su cui i partiti stanno dibattendo in maniera molto accesa.
La preoccupazione della maggioranza di governo è il passaggio al Senato. Il testo, infatti, è già stato approvato a Montecitorio con 197 voti a favore, 129 contrari e due astenuti. Ma a Palazzo Madama i numeri del centrodestra sono molto più risicati e, quindi, si temono incidenti di percorso molto gravi, soprattutto perché l’Esecutivo si trova ai suoi primi mesi di vita.
Queste le principali misure della manovra varata da Montecitorio che vale 35 miliardi di euro, di cui 21 finanziati in deficit: flat tax, taglio del cuneo fiscale, stretta sul Reddito di cittadinanza, pensioni minime, congedi. La voce di spesa principale, circa ⅔ dell’intera manovra, è quella contro il caro-energia. Il contenimento dell’aumento dei costi energetici impegna quasi due terzi dei 35 miliardi della manovra.
Molta della bagarre politica è concentrata ovviamente sulla modifica (che poi porterà alla abolizione) del Reddito di cittadinanza. Il centrodestra ha previsto la decadenza automatica dal beneficio nel caso in cui non si accetti la prima offerta di lavoro: salta la parola “congrua”, ma serve ancora un decreto per definire il tipo di offerta non rifiutabile. Ovviamente, su questo si stanno battendo il Movimento 5 Stelle (soprattutto), ma anche il centrosinistra. Ma c’è un’altra misura che è molto attesa e che, quindi, interessa molto tutti noi.
La Legge di Bilancio, evidentemente, sta concentrando la maggior parte dei propri contenuti nel tentativo di mitigare la pesante crisi economica e energetica che sta colpendo anche il nostro Paese al pari di tutto il resto del mondo. In tal senso, grande interesse degli italiani per l’annunciato stralcio delle cartelle esattoriali. Da sempre un cavallo di battaglia di diverse forze politiche che sostengono il Governo, tra cui la Lega.
Sostanzialmente, si tratterebbe di cancellare le pendenze dei cittadini nei confronti dello Stato con importo inferiore a €1000 riguardanti il periodo che va dal 2000 al 2015. Per fare qualche esempio, potrebbe esserci un colpo di spugna sulle multe relative alle violazioni del Codice della strada o anche per diverse tipologie di violazioni tributarie.
Interessante anche la possibilità di pagare senza alcun interesse di mora i debiti contratti nel periodo compreso tra il primo gennaio 2000 e il 30 giugno 2022. Nulla di certo in queste ore convulse. Ma quanto trapela da fonti parlamentari ci dice che i tempi dovrebbero slittare al 31 Marzo 2023 anche se in prima battuta si era parlato di 31 Gennaio 2023.
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