E’ arrivata solo ora la notizia che getta nel panico tutti i vacanzieri. Una doccia fredda che riguarda tutti i viaggi in aereo.
E’ un grido di protesta che risuona dal Nord al profondo Sud quello che sta arrivando nelle ultime settimane. Gli italiani hanno sopportato e stanno sopportando i rincari su qualsiasi cosa. Dal carburante ai beni di prima necessità. Senza contare, ovviamente, i rincari sulle bollette di gas e luce. Ora, però, un’ulteriore mazzata rischia di piovere sulla testa dei consumatori. A essere interessati, questa volta, sono i voli, che, in un periodo di spostamenti come quello natalizio, è qualcosa di inaccettabile.
Confturismo Veneto, attraverso il presidente, Marco Michielli, esprime grande preoccupazione: per l’introduzione della cosiddetta tassa d’imbarco all’aeroporto di Venezia. “Se fossimo a Firenze si potrebbe pensare all’esilarante scena del pedaggio nel film ‘Non ci resta che piangere, ma qui di esilarante non c’è proprio nulla” afferma Michielli. “Pur essendo stata presentata come un’iniziativa temporanea, – prosegue – sappiamo bene che in Italia non c’è nulla di più definitivo del provvisorio”, “Mentre sulla tassa d’ingresso per i pendolari che arrivano a Venezia non abbiamo posto obiezioni – precisa Michielli – questo ulteriore balzello andrebbe a colpire prima di tutto i veneti che l’aereo lo usano per lavoro senza neanche affacciarsi alla città storica.
Come detto, però, le proteste vanno da Nord a Sud. Quindi, se il Veneto piange, la Sicilia non ride affatto. Il Codacons Sicilia ha infatti depositato un esposto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato contro l’aumento dei prezzi dei voli da e per la Sicilia. “La crociata del Codacons contro il caro voli in vista delle partenze dei siciliani per le vacanze natalizie va affrontata anche a livello nazionale – dicono dall’associazione di consumatori -. Per questo da anni ormai abbiamo rivolto ai ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture la richiesta di intervenire sulla abnorme tassazione che vige sui biglietti aerei”.
I dati Istat registrano aumenti record delle tariffe aeree in Italia, con i biglietti dei voli nazionali che aumentano dell’80 per cento su base annua. A pesare sul costo del trasporto aereo sono anche tasse, balzelli e supplementi applicati ai biglietti venduti ai passeggeri: si va dai diritti di imbarco e sbarco dei viaggiatori all’assicurazione dei costi carburanti, passando per il corrispettivo sul controllo sicurezza sui passeggeri e sul bagaglio a mano, servizio di vendita, controllo sicurezza sui bagagli da stiva, servizio assistenza passeggeri a ridotta mobilità, addizionale comunale e Iva. Voci che, sommate, incidono in modo pesante sul costo del singolo biglietto aereo.
E il 2023 ormai alle porte sarà ancora peggio. A pesare, quindi, è soprattutto la tassa d’imbarco. Istituita nel 2003 al costo di un euro per passeggero, negli anni è arrivata a salire addirittura a sei euro e cinquanta. E se abbiamo dato conto delle proteste di Veneto e Sicilia, nel 2023, a 20 anni dall’istituzione sono previsti possibili nuovi anche aumenti a Napoli, Genova e Lecce.
Si va, quindi, dai due euro e cinquanta in più di Venezia all’euro in più dell’aeroporto Capodichino di Napoli. Stessa cifra, un euro, a Lecce, che però dovrebbe aumentare poi a due euro nel 2024.
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