Nell’ormai eterna lotta tra uso della moneta digitale o del denaro contante, vi segnaliamo questa ulteriore problematica
Quella sull’utilizzo o meno del contante è ormai una lotta politica in cui, ciascuno degli schieramenti, mantiene, per partito preso, la propria posizione. E siamo destinati a portarcela dietro ancora per diverso tempo. Ma, se volete fare acquisti in contanti, fate attenzione a prelevare questo tipo di cifre. Potreste avere non pochi problemi.
Per il leader della Lega, oggi ministro delle Infrastrutture, chi paga un caffè (che di solito costa un euro o meno) è “un rompipalle”. E, da quando il Governo di Giorgia Meloni ha innalzato il tetto dei pagamenti in contanti a 5.000 euro, si moltiplicano attività commerciai o anche tassisti che rifiutano il pagamento tracciabile.
Ma siamo al paradosso. Se, per esempio, dobbiamo pagare un caffè 80 centesimi e abbiamo solo 50 euro in tasca, siamo sicuri che il barista non si arrabbi (forse anche giustamente) a dover restituire una somma così grande di resto?
Insomma, come spesso accade, in Italia è il caos. Da un lato si chiede di utilizzare sempre di più la moneta elettronica. Dall’altro, si spinge all’uso del contante per non vessare i commercianti che pagano le transazioni sui pagamenti digitali. Ma c’è un ulteriore paradosso tutto italiano.
Attenzione a quanto prelevate al bancomat
Non è questa la sede per stabilire o dibattere su quale sia la strada giusta da percorrere. Ciò che però possiamo dirvi è di fare attenzione a quanto prelevate al bancomat. Come è noto, ogni banca ha un tetto giornaliero consentito. Ma anche prelevare troppo poco può essere un problema.
Innanzitutto perché, utilizzando di rado la nostra carta, questa rischia di smagnetizzarsi. Ma questo è il male minore, dato che, ormai con pochi passaggi, si può riavere una tessera nuova. Ciò che preoccupa maggiormente sono gli accertamenti che possono partire su ciascuno di noi.
Come è noto, infatti, ogni banca esegue dei controlli sui propri correntisti. E, allora, lo sbilanciamento con accrediti frequenti di somme può far scattare i controlli. Sostanzialmente, se accreditate spesso e non prelevate mai, le vostre operazioni possono essere segnalate come operazioni in entrata sospette. In particolare riferiti a pagamenti in nero.
A questo punto, la vostra banca o qualunque altro istituto di credito, può far scattare le verifiche interne o addirittura segnalare il poco trasparente caso ai controlli del Fisco. Un paradosso tutto italiano. Ma, come sempre diciamo, “male non fare, paura non avere”