Per il ministro Matteo Salvini, “se uno vuole pagare due euro il caffè con la carta di credito è solo un rompipalle”
Se i precedenti governi – da quello di Giuseppe Conte a quello di Mario Draghi – avevano dichiarato guerra al contante, il nuovo esecutivo presieduto da Giorgia Meloni, sembra avere idee molto diverse. Per qualcuno, infatti, l’utilizzo della moneta elettronica è un buon elemento per contrastare l’evasione. Per altri, una misura inutile che penalizza i commercianti. Ora, però, sta cambiando tutto. Ecco come.
Questo, per esempio, il pensiero del ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini: “Io sono un liberale, ognuno deve essere libero di pagare come vuole. Se uno vuole pagare due euro il caffè con la carta di credito è solo un rompipalle. Io cerco di pagare in contanti, perché a me piace andare a prelevare al bancomat”.
“Sull’obbligo di Pos ci si dice che vogliamo impedire di pagare con il bancomat per favorire l’evasione. Il governo sta valutando la possibilità di non obbligare i commercianti ad accettare pagamenti elettronici per piccoli importi. Fino a 60 euro non vorremmo obbligarli. Vedremo come andrà a finire l’interlocuzione con la Commissione europea. Ma l’obbligo per importi così bassi incide tantissimo sui commercianti”. Così invece la premier Giorgia Meloni in un video sui social, inaugurando una rubrica che vorrebbe settimanale, ‘appunti di Giorgia’.
Da zero a 30 euro, fino a 60, e ora si torna indietro: si va verso una riduzione della soglia oltre la quale è obbligatorio accettare i pagamenti con carte e bancomat. La retromarcia del governo esce fuori direttamente dall’agendina di Giorgia Meloni, che la presidente del Consiglio apre idealmente lanciando la rubrica social ‘#gliappuntidiGiorgia’, un appuntamento video, nelle intenzioni a cadenza settimanale, per raccontare il lavoro suo e dell’esecutivo, dando “risposte sui temi più caldi.
In questi giorni, infatti, si fa un gran parlare dell’innalzamento della spesa minima oltre cui scattano le multe per i commercianti che rifiutano l’uso del Pos: era 30 euro nelle prime bozze, il doppio nel testo finale, e ora è in valutazione la nuova soglia. “Quella dei 60 euro è indicativa, per me – ammette Meloni – può essere anche più bassa. C’è ovviamente un’interlocuzione con la Commissione Ue, perché il tema del pagamento elettronico è fra gli obiettivi del Pnrr, bisogna vedere come andrà a finire”. L’indicazione da Bruxelles è attesa a breve, secondo fonti di governo. La leader di FdI rivendica comunque la ratio di una norma pensata per tutelare i commercianti dalle commissioni bancarie.
Il tema delle commissioni bancarie
Ecco, appunto, le commissioni bancarie. La vera novità è rappresentata da questo aspetto. Stando a un’indiscrezione pubblicata dall’autorevole giornale economico “Il Sole 24 Ore” (e non smentita), l’Antitrust avrebbe bocciato il progetto di Bancomat Spa presentato nell’0ttobre 2020 per riformare il sistema di remunerazione del servizio di prelievo in circolarità dei contanti dagli sportelli Atm.
La pronuncia dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), quindi, spariglierebbe di molto le carte sul tavolo. Alla base del progetto c’è l’idea di far decidere a ogni singola banca proprietaria dell’Atm il costo delle operazioni di prelievo realizzato dai clienti di banche concorrenti.
Cosa che, evidentemente, non accadrà. Nella proposta si parlava di un tetto massimo di 1,50 euro come commissione. Oggi la possibilità di effettuare il prelievo con la carta Bancomat allo sportello Atm di una banca diversa da quella emittente viene offerta da diversi istituti gratuitamente, in particolare dalle banche online. Con la fissazione del costo massimo di 1,50 euro c’era il timore che tutte le banche si allineassero. Staremo a vedere cosa accadrà.