La rottamazione prevista dal Governo Meloni riguarda i debiti contratti dagli italiani col Fisco. Ecco date e importi
“Sulla pace fiscale continuo a ritenere che sia un segno di civiltà. Ci sono 15 milioni di italiani con le cartelle esattoriali: o sono un popolo di delinquenti oppure…”. Lo ha detto recentemente il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. Per qualcuno, infatti, si tratta di “pace fiscale”. Per altri, invece, di un condono bello e buono, che “premia” chi, fin qui, non si è messo in regola col Fisco. Fatto sta che ci sono delle novità sulla rottamazione delle cartelle esattoriali. Scopriamole insieme.
Dalla maggioranza che sostiene Giorgia Meloni, ci si affretta a sostenere che quello del governo non è un condono, bensì “una tregua fiscale”, attuata “azzerando le cartelle esattoriali sotto i 1.000 euro, di difficile esigibilità, e prevedendo rateazioni e sanzioni al 5% per aiutare concretamente i contribuenti a onorare i debiti con il fisco”.
Ma sugli ultimi (che poi sono i primi) provvedimenti economici dell’Esecutivo si è recentemente espressa (negativamente) la Banca d’Italia. Dando vita, peraltro, a una serie di polemiche di tipo politico con il classico gioco delle parti. Un gioco delle parti che agli italiani sembra interessare davvero poco. E così, molto meglio dedicarci a sapere come possiamo rottamare le nostre cartelle esattoriali. Ecco un breve vademecum.
Come rottamare le cartelle esattoriali
La rottamazione prevista dal Governo riguarda tutti i debiti che gli italiani hanno col Fisco dal primo gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Si tratta della rottamazione quater e prevede che i debiti possano essere saldati a rate e senza pagare interessi e sanzioni. Il calcolo è presto fatto: il debito col fisco torna così all’importo originario della tassa evasa o della sanzione non saldata. Nessun interesse.
Il pagamento delle somme dovute come rottamazione delle cartelle può essere effettuato in unica soluzione o fino a 18 rate. Chi aderirà a questa rateizzazione, dovrà rispettare le scadenze, che vanno dal 31 luglio 2023 al 30 novembre 2027. Non dovrebbe cambiare nulla circa le modalità di pagamento, che si potrà effettuare con domiciliazione bancaria o con i bollettini precompilati da parte di Agenzia delle Entrate Riscossione, pagabili alle Poste, in banca o presso gli sportelli dell’agente della riscossione.
Le prime due rate di questo piano devono comprendere il 20% totale del debito maturato. Ovviamente, in tutto ciò non sono compresi i debiti fino a 1.000 euro. Quelli saranno sanati completamente. E c’è già chi spera che i tetto possa salire a 1.500 euro. Molti, nel Governo di centrodestra, vorrebbero alzare questa soglia. Staremo a vedere.