Negli ultimi decenni sempre più persone hanno iniziato a soffrire del cosiddetto diabete di tipo 2. Ma che cos’è e cosa si può fare per prevenirlo?
Il diabete mellito, o di tipo 2, è tra le più diffuse patologie metaboliche al mondo. I medici sono sempre più preoccupati per il crescente numero di persone che si ammalano. Solo in Italia il numero di diabetici supererebbe i 3 milioni.
Questi dati da un lato devono allertare la popolazione e spronarla nell’adoperare uno stile di vita sempre più sano, ma dall’altro preoccupa poiché non tutte le persone affette da questa malattia hanno accesso alle medesime terapie. In questi casi la prevenzione e l’educazione alimentare possono essere la risposta al problema.
Nonostante il diabete sia un disturbo per lo più irreversibile, è possibile bloccare il progredire della malattia dedicando una maggiore attenzione al cibo che consumiamo e allo stile di vita che scegliamo di seguire. Quando una persona è affetta da una qualsiasi forma di diabete ha principalmente problemi nella produzione e/o gestione di un importantissimo ormone: l’insulina. Questa, prodotta dal pancreas, ha il compito di trasportare il sangue dal sangue alle cellule così da poter essere trasformato in energia. Quando ciò non accade, per svariati motivi, lo zucchero si va ad accumulare nel sangue causando dei picchi glicemici pericolosi per la salute di tutto l’organismo.
Attualmente, in medicina, sono riconosciuti quattro diversi tipi di diabete che differenziano tra loro per l’origine e manifestazione della malattia. Di particolare interesse sono il diabete mellito di tipo 1 e 2, perché sono molto più comuni rispetto alle altre due forme. Il diabete di tipo 1 fa parte delle cosiddette malattie autoimmuni, dove qui è il corpo che distrugge le proprie cellule nel pancreas, responsabili della produzione di insulina.
Le persone colpite non producono insulina o se lo fanno è a livelli minimi, in questo caso lo zucchero non viene trasportato dal flusso sanguigno alle cellule del corpo verificandosi una situazione di iperglicemia. Le persone con diabete di tipo 1 sono costrette a prendere l’insulina dall’esterno, attraverso iniezione o pompa. Il diabete di tipo 3 è molto raro, qui questa forma di disordine metabolico è scatenata da cause genetiche, malattie del pancreas o infezioni. Infine, il diabete di tipo 4 colpisce solo le donne incinte, per questo viene comunemente chiamato diabete gestazionale.
Il diabete di tipo 2, è quello più diffuso, poiché legato a problemi come obesità e sovrappeso e fattori ereditari. Uno stile di vita sregolato e una dieta povera dei nutrimenti fondamentali sono il terreno fertile per il progredire di questo grave disturbo.
Nel diabete mellito, si verifica una condizione chiamata insulino-resistenza. Qui il pancreas produce insulina ma per qualche ragione le cellule non la rilevano e per questo il pancreas continua a produrla, andando sotto sforzo. L’altro risultato è che lo zucchero introdotto nel nostro corpo continua ad accumularsi creando pericolosi picchi glicemici. Di conseguenza, lo zucchero non può essere assorbito nelle cellule e rimane nel sangue.
Con il tempo questo meccanismo porta il pancreas a smettere di produrre del tutto insulina. Qui entra in gioco lo stesso discorso per il diabete di tipo 1, dove l’insulina verrà introdotta nel corpo dall’esterno. Per queste ragioni è importante affidarsi al proprio medico e scoprire il piano alimentare più indicato per contrastare l’evoluzione del diabete, e l’adozione di uno stile di vita attivo.
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