Under 14 e social network: iscrizione precoce e ricerca dell’approvazione sociale. I risultati degli ultimi studi spingono a una riforma
I social sono una cosa utile. Oggi fondamentale. Ma tra contenuti razzisti, altri a contenuto sessuale, truffe è davvero difficile orientarsi. Il primo a muoversi per cambiare tutto è Facebook, non a caso il primo social network diffuso su scala planetaria. Ecco cosa cambia già da questo mese di dicembre.
I social media e le aziende tecnologiche hanno rallentato nella gestione dei contenuti di odio online. Twitter è la meno sollecita, migliorano invece TikTok e YouTube. A dirlo è il monitoraggio periodico condotto dalla Commissione europea, che riguarda tutti i big della tecnologia che hanno sottoscritto il codice di condotta dell’Ue, nato nel 2016 per rispondere alla proliferazione di contenuti di incitamento all’odio razzista e xenofobo online.
Il rapporto della Commissione evidenzia, in generale, una diminuzione. dell’azione delle aziende tecnologiche in merito ai contenuti d’odio. Si legge che il numero di notifiche esaminate dai big della tecnologia entro 24 ore è diminuito rispetto agli ultimi due monitoraggi.
E’ passato dal 90,4% nel 2020 all’81% nel 2021 fino ad arrivare al 64,4% nel 2022. Twitter è sotto la media con il 54,3%, Instagram al 56,9%, Facebook 63,8% TikTok è l’unica azienda che ha migliorato il proprio tempo di valutazione, passando dall’82,5% del 2021 al 91,7% del 2022. Anche il tasso di rimozione di questi contenuti, attestatosi nel 2022 al 63,6%, è scivolato negli anni.
Nel 2021 era quasi simile (62,5%), notevolmente superiore nel 2020, quando era al 71%. Solo YouTube ha ottenuto risultati migliori su questo parametro, passando dal 58,8% del 2021 al 90,4% del 2022. Tutte le altre aziende hanno rimosso meno contenuti rispetto all’anno passato.
Under 14 e social network: iscrizione precoce e ricerca dell’approvazione sociale. È quanto emerge da un’altra ricerca effettuata dal Dipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale. Monitorato un campione di oltre 2.000 ragazzi di età compresa fra gli 11 e i 13 anni. Secondo i dati, l’88% degli intervistati dichiara di usare con regolarità i social network, nonostante il limite di età per accedere alle piattaforme sia fissato per legge a 14 anni. La percentuale sale al 100% nel caso dei tredicenni. E 4 ragazzi su 10 hanno un profilo pubblico, con i vari rischi legati alla gestione della privacy.
Facebook, cambia tutto in termini di privacy
La condivisione di contenuti privati su piattaforme visibili in tutto il mondo, senza il diretto controllo e la supervisione degli adulti, espone il minore a rischi enormi, quali ad esempio cyberbullismo, adescamento online e, più in generale, violazioni della privacy.
Per questo arriva la stretta di Meta sui profili degli adolescenti per “promuovere esperienze sicure e adatte alla loro età” su Facebook e Instagram. Lo rende noto la stessa società che spiega come da oggi tutti i minori di 18 anni avranno impostata come predefinita una configurazione più privata quando si iscrivono a Facebook. E sta lavorando anche per fermare la diffusione delle immagini intime degli adolescenti online, in particolare quando vengono usate per ricattarli, la cosidetta “sextortion”.
Come ulteriore livello di protezione, sta anche testando la rimozione totale del tasto ‘Messaggi’ sugli account Instagram degli adolescenti quando vengono visualizzati da adulti potenzialmente pericolosi. La società, inoltre, invita gli adolescenti a segnalare gli account dopo aver bloccato qualcuno e invia loro avvisi di sicurezza con informazioni su come evitare messaggi inappropriati da parte di adulti.
La società incoraggia gli adolescenti già presenti sulla piattaforma a scegliere impostazioni più private (chi può vedere la propria lista di amici oppure le persone, le Pagine e le liste che si seguono; chi può vedere i post in cui si è stati taggati sul proprio profilo; rivedere i post in cui si è taggati prima che il post compaia sul proprio profilo; chi può commentare i post pubblici). Soluzione che arriva dopo l’introduzione di impostazioni predefinite simili su Instagram.