La nuova legge di bilancio prevede una serie di tagli al meccanismo di perequazione delle pensioni, con l’obiettivo di incrementare le pensioni minime. A perderci, saranno coloro che percepiscono una somma di denaro maggiore.
La Legge di Bilancio 2023 prevede una serie di tagli al meccanismo di perequazione delle pensioni. Le tre fasce che caratterizzavano il processo di rivalutazione delle pensioni al costo della vita a partire dal mese di gennaio diventeranno sei. In base ai calcoli effettuati dallo Spi Cgil, a rimetterci saranno le pensioni più alte, mentre quelle minime avranno un leggero incremento.
Il taglio deciso dal governo è dovuto alla necessità di entrate, volte al finanziamento delle uscite anticipate dal lavoro. In particolare per le misure come Opzione donna, Quota 103 ed Ape sociale – anche se pure queste subiranno dei cambiamenti. Opzione donna vedrà un innalzamento del requisito minimo di età, che passerà da 59 a 60 anni. Allo stesso tempo, però, le lavoratrici con un figlio a carico avranno uno sconto di un anno. Mentre quelle con due o più figli potranno beneficiare di uno sconto di due anni.
Per quanto riguarda la Quota 103, è prevista la possibilità di entrare in pensione all’età di 62 anni, con 42 di contributi. L’unica pecca è che il pensionato potrà percepire la somma del suo assegno per interno solamente quando avrà raggiunto i requisiti necessari per il pensionamento effettivo. Nel caso degli uomini, si tratta di 67 anni e 42 anni e 10 mesi di contributi. Per le donne sono 41 anni e 10 mesi.
Cosa cambierà con la Manovra del Governo? Attualmente il meccanismo di rivalutazione delle pensioni è composto da tre fasce, come spiegato in precedenza. Con la Legge di Bilancio 2023, le fasce diventeranno sei. Inoltre è stata prevista una serie di bonus diretti alle pensioni minime. Mentre salendo con gli importi percepiti, la rivalutazione avrà una percentuale via via inferiore.
Ciò significa che coloro che percepiscono una pensione minima avranno un’occasione per ricevere una somma più alta di denaro. Stiamo parlando di circa 2,5 milioni di cittadini. Nonostante l’aumento del Governo, le pensioni non raggiungeranno i 600 euro, al contrario di quanto detto nel Consiglio dei ministri negli scorsi giorn): arriveranno ad un massimo di 570 (rispetto a 524 euro attuali).
I pensionati che ricevono un assegno mensile più alto, d’altra parte, subiranno una perdita proprio per via dei tagli al meccanismo di perequazione. Riprendendo le previsione dello Spi Cgil, questi ultimi arriveranno a percepire fino a 1200 euro in meno ogni anno in termini di potere d’acquisto.
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