Ormai da mesi fare rifornimento carburante è diventato sempre più costoso e ha finito per mettere in ginocchio molte famiglie già tartassate dalla crisi economica. La situazione purtroppo non sembra però essere destinata a migliorare, anzi.
Spostarsi quotidianamente in auto è inevitabile per molti, soprattutto per chi non ha la possibilità di raggiungere la propria azienda in molti. A maggior ragione, ci sono tante persone che sono costrette a farlo proprio perché lo richiede il proprio lavoro, come accade ad esempio agli agenti di commercio, obbligate quindi a fare decine di chilometri ogni giorno.
In questi casi, però, la spesa da mettere in conto per il rifornimento carburante è davvero ingente, soprattutto a causa degli aumenti che sono in vigore ormai da mesi. Una situazione come questa non può che causare problemi a tanti nostri concittadini, già stremati dai rialzi che coinvolgono molti altri settori.
La guerra in Ucraina è certamente una delle ragioni principali che ha contribuito a rendere sempre più costoso il rifornimento carburante, operazione che ha prezzo che fino ad ora non si erano mai visti. Anzi, recentemente si è verificata un’ulteriore situazione che non aveva molti precedenti il diesel è arrivato a costare più della benzina, comportando così anche un rialzo per i prodotti che finiscono sulle nostre tavole visto che la maggior parte del trasporto su gomma viene alimentato con il diesel.
Lo svantaggio appare evidente anche per le tante persone costrette a fare ogni giorno decine di chilometri per motivi di lavoro, che avevano scelto un mezzo a gasolio proprio in un’ottica di risparmio. Una situazione che evidentemente non si è verificata.
Il governo aveva comunque provato a intervenire concretamente con un provvedimento che serviva a dare un piccolo sollievo a tutti gli automobilisti. È stato infatti introdotto sin dalla primavera un taglio alle accise, che ha comportato una riduzione di circa 30 centesimi al distributore. Anche Giorgia Meloni aveva deciso di seguire l’esempio del suo predecessore prorogando la norma fino al 31 dicembre. Solo pochi giorni fa è però arrivata una decisione inaspettata, che sta provocando non poco malcontento.
Non c’è stato quasi nemmeno il tempo di vedere gli effetti della nuova proroga del taglio delle accise, che è arrivata una decisione che non fa che smentire ulteriormente quel provvedimento. Il neo premier, infatti, ha praticamente dimezzato lo sconto reso possibile al rifornimento carburante.
L’esecutivo ha infatti deciso di far scendere a 18,3 centesimi l’entità dell’agevolazione a partire dal 1° dicembre. La misura è contenuta nella bozza del nuovo decreto discusso nel Consiglio dei Ministri insieme alla Legge di Bilancio. A partire dal mese prossimo si passerà così 578,40 euro di accise sulla benzina, mentre per quelle sul diesel si passerà a 467,40 euro per mille litri.
Questa scelta non è stata certamente accolta in modo positivo dalle associazioni che operano a tutela dei consumatori, consapevoli della situazione difficile in cui si trovano già molte famiglie: “È una misura assurda che avrà effetti diretti e indiretti pesantissimi sulle tasche degli italiani – sono le parole di Carlo Rienzi, presidente del Codacons –. Questa provocherà provocherà un rialzo immediato dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa. Non solo, questo avrà come conseguenza anche pesanti effetti indiretti, con un aumento dei prezzi al dettaglio per i beni trasportati”.
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