Uno studio di qualche tempo fa certificò che solo il 2% degli italiani, e in media il 5% degli europei, rifiuta i cookies
La traduzione letterale è biscottino. Perché stanno lì, dolci, innocui, invitanti. E uno se li mangia, quasi senza accorgersene. E uno tira l’altro. Sono i cookies. Sapete di cosa stiamo parlando?
Sono un tipo particolare di magic cookie (una sorta di gettone identificativo) e vengono utilizzati dalle applicazioni web lato server per archiviare e recuperare informazioni a lungo termine sul lato client.
Uno studio di qualche tempo fa certificò che solo il 2% degli italiani, e in media il 5% degli europei, rifiuta i cookies e la conseguente raccolta dei dati personali per ricevere pubblicità personalizzate quando si trova su un sito di informazione.
Quando si tratta quindi di fornire il proprio consenso all’utilizzo dei cookie per ricevere pubblicità più personalizzate, solo una piccola percentuale di utenti rifiuta di dare i propri dati per una profilazione: si aggira attorno al 5% in tutta Europa con un tasso di poco più alto nel Regno Unito (7%) ed è, invece, più bassa, in Francia (4%), Olanda (3%), Spagna e Italia (2%).
Da questo “barometro” emerge anche che arriva al 63% il traffico degli editori europei che passa attraverso una piattaforma di gestione del consenso sui dati personali (Cmp). La Spagna guida il processo di adozione della Cmp con un tasso di attuazione dell’82,83%, l’Olanda si posiziona subito dopo (82,82%), mentre Francia e Gran Bretagna registrano rispettivamente il 71,08% e il 67,93% di presenza. L’Italia è più indietro, al 60,28%.
Ma, dopo questa introduzione, la domanda che vi starete facendo è: i cookies vanno accettati, oppure no? Proveremo a dare una risposta a questo quesito, diretta conseguenza dei tempi che viviamo, in cui siamo sempre iperconnessi.
Ormai ci accade su ogni sito. La schermata che ci chiede di accettare i cookies. E, spesso, per fretta e svogliatezza, clicchiamo velocemente “Accetta e chiudi”. Ma facciamo bene? I cookies, come detto, ci riconoscono e registrano le nostre abitudini. E così, capiterà di vedere le pubblicità in rete che sono assai collegate con le nostre ricerche o con i siti visitati. Oppure di trovare più in alto gli articoli che ci possono interessare di più, che leggiamo o cerchiamo con più frequenza.
Conviene quindi accettare i cookies? In un certo senso, potrà pensare qualcuno, ci facilitano la vita su internet. Ma bisogna fare attenzione a quali cookies si accettano. Ve ne sono di tipi diversi. Quelli che ci fanno riconoscere solo dal sito in questione (cookies di prima parte). Quelli che tengono traccia delle cronologie di navigazione di individui unici. Sono i più difficili da rimuovere (cookies zombie). E poi ci sono i più preoccupanti, quelli che cedono ad altri portali quali inserzionisti (ecco la questione della pubblicità) o società di analisi (sono detti cookies di terze parti). Per cui, fate molta attenzione e leggete con interesse la “Cookies Policy” di ogni sito, senza accettare pedissequamente per poter andare avanti.
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