Rivalutazione pensionistica con il decreto firmato dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. Ecco le fasce
I temi economici sono quelli che impegnano maggiormente i pensieri del nuovo governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni. Dal caro bollette, alla disoccupazione e al reddito di cittadinanza. Ma anche quello delle pensioni è, ovviamente un tema molto caldo. E sembrano esserci cambiamenti radicali in arrivo.
Due i punti che appaiono maggiormente critici: reperire le risorse e mettere d’accordo le varie anime dell’esecutivo. “Nessun ritorno alla legge Fornero, avvio di Quota41, estensione della Flat Tax, rottamazione delle cartelle esattoriali, revisione del reddito di cittadinanza: sono i temi su cui si sta concentrando la Lega nelle ultime ore, in coerenza col programma elettorale del centrodestra. Matteo Salvini ne ha parlato, tra gli altri, con esponenti della Lega con ruoli di governo” dicono fonti della Lega.
“Nel modello contributivo le pensioni dipendono dai salari. Tanto più i salari sono bassi, tanto più le pensioni saranno basse. C’è un legame molto forte a cui bisogna guardare con molta serietà” dice il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico,
La legge di Bilancio parte dai 21 miliardi in deficit destinati al contrasto del caro-energia, dopo i 9,1 miliardi stanziati con il decreto Aiuti quater. Altri fondi serviranno per finanziare le altre misure sul tavolo, dalla flat tax alle pensioni. Si parla di una manovra che dovrebbe valere complessivamente circa 30 miliardi e che si punta a varare nelle prossime due settimane.
Pensioni, ecco gli aumenti
Sembrano, comunque, arrivare buone notizie per i pensionati per quanto concerne il 2023. Il prossimo anno, infatti, dovremmo assistere a una rivalutazione pensionistica con il decreto firmato dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. L’adeguamento sarà pari al +7,3%, un aumento che non si verificava addirittura dagli anni Ottanta dovuto all’inflazione, anch’essa ai massimi in quel periodo.
Tutto ciò come si tramuta in termini economici? Ecco le fasce. Chi nel 2022 percepisce un assegno mensile di 525,38 euro al mese, vedrà un aumento di 38 euro (564 euro). Le pensioni da 750 euro lorde (722 nette) vedranno un incremento di poco superiore, 39 euro, che porterà la nuova cifra a 760 euro nette al mese (lordi 805). Più gli importi crescono, più crescono gli aumenti in maniera proporzionale: chi guadagna mille euro lorde al mese, vedrà un aumento di 52 euro nette.
La fascia pensionistica compresa tra 1.250 euro e 1.500 mensili vedrà aumenti netti compresi fra 63 e 75 euro. Per chi, invece, percepisce 1.750 euro lorde di pensione, l’aumento sarà di 88 euro. 100 euro in più, invece, per chi ha una pensione di duemila euro lorde, 101 euro per chi ne guadagna 2.250 e 111 euro per gli importi di 2.500 euro al mese. Infine, gli aumenti più alti. Non possiamo definirle “pensioni d’oro”, ma la rivalutazione porterà 129 euro netti in più ai pensionati che percepiscono tremila euro mensili e 150 euro nette in più alla fascia ancor più alta, quattromila euro lordi al mese.