“E’ una corsa contro il tempo”. Il presidente del Consiglio, Meloni, guarda al vero banco di prova. Milioni di italiani tremano
Il primo Consiglio dei Ministri è andato. Il Governo presieduto da Giorgia Meloni può dirsi ormai pienamente operativo da alcuni giorni. E, come sappiamo, vi sono alcuni temi-manifesto del centrodestra. L’immigrazione, su tutti. Ma anche la revisione del Reddito di cittadinanza, misura voluta dal Movimento 5 Stelle. Che adesso potrebbe cambiare radicalmente. E milioni di italiani tremano.
La partita più importante per i primi cento giorni dell’esecutivo è l’intervento su come arginare caro bollette e speculazione. E sarà determinante la sponda con l’Europa. Ma intanto il presidente del Consiglio ha voluto che il primo Cdm operativo varasse misure anti-mafia (su questo “non faremo passi indietro, ma solo avanti”) sulla stretta dei benefici penitenziari per chi non collabora. “Sono fiero che si parta da qui”, la premessa, “ha un valore simbolico”.
“E’ una corsa contro il tempo”. Il presidente del Consiglio, Meloni, guarda al vero banco di prova, ovvero alla legge di bilancio. L’obiettivo è di intervenire sui primi provvedimenti sull’energia già in uno dei prossimi Cdm, quando sul tavolo arriverà l’aggiornamento alla Nadef. In questi giorni il presidente del Consiglio ha visto il responsabile del Mef, Giancarlo Giorgetti e ha avuto altre riunioni per preparare i prossimi provvedimenti. Si ragiona sulla possibilita’ di ‘abbassare’ il superbonus al 100%, puntando sulle villette e sulle prime case.
Si studia come rivedere il reddito di cittadinanza, rafforzando le politiche attive, si punta alla riforma del cuneo fiscale di due punti e ad estendere la flat tax da 65 mila a 85 mila. Ma il cantiere è ancora aperto. “Occorre fare il massimo per proteggere le economie di famiglie e imprese dalle emergenze”, ha sostenuto oggi Giorgetti spiegando che il governo sta valutando “come migliorare le misure di sostegno all’economia in coerenza con l’evoluzione del Quadro temporaneo sugli aiuti di Stato, e, in particolare, le garanzie pubbliche sui finanziamenti alle imprese” e ribadendo l’impegno del governo a ridurre deficit e debito.
Come cambierà il Reddito di cittadinanza
La vera sfida, quindi, è sulle misure economiche. E tra queste, evidentemente, il Reddito di cittadinanza. I dati dicono che i sostegni indirizzati ai servizi per il lavoro sono 919.916. Da questa cifra, vanno tolte le 173mila persone (18,8%) che risultano già occupate e le 86mila (9,4%) esonerate, escluse o rinviate ai servizi sociali. Rimangono quindi 660mila (il 71,8%) persone tenute alla sottoscrizione del patto per il lavoro, che molto probabilmente sono quelle su cui ricadrà la stretta voluta dal nuovo esecutivo.
Secondo quello che trapela da fonti governative, sarà mantenuta una misura assistenziale per chi non può lavorare. Ma, parimenti, sarà implementata una forma dedicata all’inserimento lavorativo per gli altri. Non facile far coesistere le diverse anime del Governo. Matteo Salvini, leader della Lega, propone per esempio di sospendere per sei mesi la misura “a quei 900mila percettori del reddito che sono in condizioni di lavorare e che già lo percepiscono da diciotto mesi” per poter utilizzare le risorse risparmiate, circa un miliardo, per prorogare Quota 102.
L’intento sarebbe quello di eliminare la condizionalità in base alla quale il reddito deve essere tolto ai beneficiari che rifiutano due offerte di lavoro. Il sussidio si concentrerebbe sui disabili, sugli anziani, sulle persone espulse dal mondo del lavoro senza possibilità di accedervi, ai quali sarebbe destinato un “assegno di solidarietà” che potrebbe essere anche più sostanzioso dell’attuale Reddito di cittadinanza.
In termini di cifre? In questi anni l’Italia ha speso circa 9 miliardi l’anno. Giorgia Meloni vuole dimezzare questo importo. E milioni di italiani già tremano.