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Gossip e spettacolo

Mahmood, arriva il primo insuccesso | Il famoso cantante deve accettare il flop

Vincitore di ben due Festival di Sanremo, questa volta ha voluto cimentarsi con altro. E per ora i risultati sono insoddisfacenti

E’ uno degli artisti del momento. Capace di imporsi più volte al Festival di Sanremo. I suoi dischi vanno a ruba e i suoi concerti sono sempre sold out. Questa volta, però, Mahmood deve incassare (sarà un verbo ricorrente…) un insuccesso. Almeno per ora.

Mahmood (foto web)

29enne nato a Milano da madre sarda di Orosei e padre egiziano e cresce nel quartiere periferico del Gratosoglio, iniziando a studiare canto fin da piccolo. Durante la sua infanzia i genitori si separano e Mahmood cresce con la madre, risentendo dell’abbandono del padre, con cui non avrà più rapporti. Questa infanzia difficile la notiamo chiaramente nei testi delle sue canzoni, che sono dei veri e propri successi nazionali.

Come detto, è un cantante di enorme successo, avendo vinto per ben due volte il Festival di Sanremo, nel 2019 con il brano “Soldi” e nel 2022 in duetto con Blanco con il brano “Brividi”. In virtù di questi successi, ha rappresentato di diritto l’Italia all’Eurovision Song Contest sia nell’edizione 2019 di Tel Aviv, piazzandosi in seconda posizione, che nell’edizione 2022 di Torino, classificandosi sesto insieme a Blanco.

Ha raggiunto la notorietà nel 2018 partecipando al Festival di Sanremo e vincendo nella categoria Giovani con il brano “Gioventù bruciata”. Ha quindi pubblicato l’EP di debutto “Gioventù bruciata” (poi divenuto l’omonimo album nel corso dell’anno seguente). A partire dal 2019 ha raggiunto il successo su scala internazionale.

Mahmood questa volta fa flop

Dopo aver conseguito la maturità al liceo linguistico, ha studiato presso il Centro Professione Musica di Milano, dove ha incontrato Andrea Rodini, suo insegnante e primo manager, e Francesco Fugazza, Elia Pastori e Marcello Grilli, membri della sua band e primi produttori.

Insomma un percorso inizialmente non semplice, ma che, negli anni, lo ha ampiamente ripagato dei sacrifici. Ma questa volta, anche un giovane di successo come Mahmood deve accettare l’insuccesso. Anche se c’è sempre tempo per rifarsi.

“Non sono mai stato tanto bravo a parlare di me, forse anche per questo ho iniziato a scrivere canzoni”. E’ una delle prime riflessioni che sentiamo dal cantautore in “Mahmood”, il docufilm/ritratto di Giorgio Testi, che debutta alla Festa del Cinema di Roma in Alice nella città per poi arrivare in sala in un’uscita evento dal 17 al 19 ottobre con Nexo e dal 15 novembre su Prime video.

Un viaggio che sul filo conduttore del tour italiano ed europeo di Mahmood, utilizzando anche l’animazione 2d, filmini di famiglia, interventi di amici, famigliari e colleghi, da Carmen Consoli a Blanco e Dardust, sul percorso umano, personale (senza toccare però la sfera sentimentale), e artistico di Alessandro Mahmoud, classe 1992.

In particolare ci si sofferma sull’importanza della figura della madre Anna, sarda di Orosei, punto fermo nella sua vita (“si mostrava sempre come un bambino felice, ho scoperto poi che esprimeva il suo malessere nelle canzoni” spiega). Ma anche il complicato rapporto con il padre egiziano Ahmed, le fragilità, le delusioni professionali (come l’eliminazione a X factor nel 2012.

Mahmood documentario (web source)

Un percorso intimo, anzi, “terapeutico”, come l’ha definito il cantante. Che, però, al botteghino non ha sfondato. Anzi. 14.793 euro e 1.447 spettatori spalmati in 165 sale il giorno del debutto, lunedì (sesto posto in Top10, 90 euro di media a sala). Altri 13.423 euro e 1.379 spettatori nella giornata di ieri (ottavo posto in Top10, 73 euro di media a sala).

Totale in 48 ore: appena € 28.252, con 2826 spettatori. Poco, troppo poco per un artista del calibro di Mahmood. Forse l’imminente arrivo sulle piattaforme lo ha penalizzato. Ma ora sono proprio le visioni in streaming l’unico modo per risollevarsi.

Claudio Rossi

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