L’attrice e registra da anni combatte con un grave male. Eccola su un letto d’ospedale, abbozzare un piccolo sorriso
Attrice, regista, scrittrice e sceneggiatrice italiana. Donna molto apprezzata nel mondo del cinema e dello spettacolo, Sabrina Paravicini. Come forse qualcuno sa, ha vissuto un periodo molto difficile. Da cui, adesso, sta cercando di riprendersi e risalire con quello che definisce il suo “quarto tempo”.
Sabrina Paravicini è la secondogenita di quattro figli ed esordisce nel 1993 con il film “Stefano Quantestorie”, diretto da Maurizio Nichetti. Dal 1998 al 2004 ha partecipato alla serie televisiva “Un medico in famiglia” nel ruolo di Jessica, uno dei personaggi principali dalla prima alla quarta stagione che le dà grande popolarità. In seguito ha ricoperto il ruolo di Luisa Mari nelle due stagioni della miniserie televisiva “Amanti e segreti” (2004-2005), entrambe dirette da Gianni Lepre.
Oltre al lavoro di attrice, svolge quello di scrittrice, sceneggiatrice e regista. Ha scritto la sceneggiatura e curato la regia di alcuni cortometraggi e nel 2004 del film “Comunque mia”, di cui è stata anche interprete e produttrice. Nel 2017 dirige Be Kind – Un viaggio gentile all’interno della diversità, un documentario sulla diversità in cui suo figlio intervista i personaggi del film. Sabrina Paravicini, infatti, ha un figlio affetto dalla sindrome di Asperger, Nino, che a soli 12 anni ha co-diretto il film Be Kind insieme alla madre.
Il “quarto tempo” di Sabrina Paravicini
Come attrice la ricordiamo anche ne “Il professor Cenerentolo” di Leonardo Pieraccioni. Ma purtroppo negli ultimi anni l’abbiamo vista meno all’opera a causa delle sue vicissitudini personali e di salute. E’ la stessa Sabrina a ripercorrerle in uno degli ultimi post pubblicati su Instagram.
“C’è stato un primo tempo che è stato tutto mio. C’è stato un secondo tempo che era mio di Nino e dell’autismo. C’è stato un terzo tempo che era mio, della diagnosi di cancro e delle cure salva vita: chemioterapia, mastectomia, radioterapia e anticorpi monoclonali (e anche un po’ del Covid)”. Sì perché purtroppo Sabrina è stata colpita da questo grave male, da cui si difende da anni.
Oggi, però, per l’artista è iniziato il quarto tempo: il tempo della ricostruzione. La vediamo abbozzare un sorriso sdraiata sul letto di un ospedale: “Desideravo tornare come prima. Speravo che il mio seno destro, quello sano, non fosse toccato, nè con una protesi, nè con una mastopessi per tirarlo su e allinearlo. Non volevo altre cicatrici, altri drenaggi, non volevo una taglia più grande della mia. Non era scontato, il chirurgo plastico valuta durante l’intervento cosa sia meglio fare. Inserisce la protesi, controlla la simmetria, eventualmente la cambia (ci sono sempre 2,3 protesi di diverse misure in sala operatoria, ti mettono seduta mentre dormi e si assicurano che sia tutto simmetrico). Appena risvegliata credo di avere detto nell’ordine: “grazie” e poi “il seno destro?. “Non l’abbiamo toccato, va tutto bene così”. Quarto tempo. Ricostruzione. Gratitudine, gioia, qualcosa di molto vicino alla felicità”.