Ha avuto il merito di portare all’attenzione nazionale e mondiale il fenomeno della camorra, facendo conoscere la potenza e la crudeltà dei Casalesi.
“Cercate con ostinazione di trovare una strada per far emergere la verità. La vostra scelta di prendere una posizione e di agire per gli altri è una scelta di cuore e di coraggio, ed è ciò che vi caratterizza più di qualsiasi altra cosa”. Così, Roberto Saviano in uno dei suoi ultimi incontri pubblici. E lui ha preso la sua posizione. Netta. Chiara. Una posizione che lo ha messo al centro del mirino e che gli ha cambiato la vita.
Giornalista e scrittore, divenuto famoso con il suo romanzo d’esordio, “Gomorra”, da cui poi sono stati tratti un film e una serie tv dal successo planetario. Ha avuto il merito di portare all’attenzione nazionale e mondiale il fenomeno della camorra, facendo conoscere la potenza e la crudeltà dei Casalesi.
Oggi Saviano ha un grande successo internazionale. Anche all’estero, infatti, è considerato un intellettuale da interpellare sui più svariati punti. Numerose le sue collaborazioni con testate giornalistiche internazionali e italiane tra le quali L’Espresso, La Repubblica, Il Post e The Post Internazionale in Italia, Washington Post, il New York Times, Newsweek e il TIME negli Stati Uniti, El País in Spagna, Die Zeit e Der Spiege in Germania, in Svezia con Expressen, in Gran Bretagna con il The Guardian e il The Times.
Nei suoi scritti, articoli e nei suoi libri utilizza la letteratura e il reportage per raccontare la realtà economica, di territorio e d’impresa della camorra e della criminalità organizzata in senso più generale. Un’attività che gli ha dato molto. Ma che gli è costato molto.
Dalle prime minacce di morte del 2006 da parte dei cartelli camorristici del clan dei casalesi, di cui denunciò l’operato nel suo esposto e nella piazza di Casal di Principe durante una manifestazione per la legalità, è sottoposto ad un severo protocollo di protezione che dal 13 ottobre 2006 prevede che viva sotto scorta.
Uno degli ultimi post del popolare scrittore celebra proprio questo anniversario, che gli ha cambiato radicalmente la vita. Su Instagram Saviano pubblica una sua foto, circondato dagli agenti di scorta, di cui copre i volti. “Inizia oggi il mio diciassettesimo anno sotto scorta. Penso a tutte le persone che mi sono state accanto, che mi hanno difeso da quella che è la frase più assurda che si possa pronunciare: “Se davvero avessero voluto ucciderti, saresti già morto”. Sapete cosa significa? Che le mafie sono onnipotenti, che sono loro a decidere chi vive e chi muore. Non è così. Si è protetti per continuare a vivere e a lavorare” ha scritto.
Un posto molto intimo: “Penso a dove tutto è cominciato, a quando tutto è cominciato… Penso alle ultime parole del libro che mi è costato la libertà, Gomorra. Sono ancora quelle le parole che dico oggi a chi vorrebbe ridurmi al silenzio: “Maledetti bastardi, sono ancora vivo!”
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