Tanti i dossier delicati sul tavolo della presidente Giorgia Meloni. Questa misura, però, è davvero fondamentale per l’economia
I prossimi giorni dovrebbero essere quelli in cui il Governo di centrodestra, a guida Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni, potrà iniziare il proprio lavoro, dopo aver vinto le elezioni dello scorso 25 settembre. Ma sono tanti i dossier sul tavolo della prima presidente del consiglio donna. A cominciare dal Superbonus al 110%. Cosa farà il Governo Meloni?
Da affrontare, per esempio, il tema dei bonus e, soprattutto, del Superbonus edilizio. Altro dossier ‘delicato’ quella sulla flat tax: approvata nella scorsa legislatura la riforma relativa agli autonomi, ma mai portata a suo finale compimento. Il centrodestra finora ha sempre spinto – in particolare la Lega – per una riforma più complessiva. C’è poi il dossier sull’Autonomia differenziata. A un passo dall’approvazione è rimasta nel limbo. Ma, visto il pressing della Lega, è ipotizzabile che la nuova legislatura torni ad occuparsene.
Tra i provvedimenti rimasti ‘appesi’ anche la legge contro l’omofobia, la legalizzazione della cannabis, il fine vita e le nuove norme sulla cittadinanza. Tutte materie di iniziativa parlamentare contro cui si è battuto il centrodestra e che, quindi, difficilmente saranno al centro dei lavori parlamentari della nuova legislatura.
Tra i principali provvedimenti adottati nella scorsa legislatura durante il governo Conte I va ricordata la cosiddetta ‘Spazzacorrotti’, ovvero il ddl Anticorruzione, la riforma della legittima difesa, i decreti Sicurezza (poi modificati durante il Conte II), il Reddito di cittadinanza.
‘Figlio’ del governo Conte II ma il via libera definitivo è arrivato durante il governo Draghi, è invece il provvedimento che ha introdotto l’Assegno unico per i figli; tra i provvedimenti varati sotto il secondo governo Conte vanno poi ricordati il taglio del numero dei parlamentari (ma non le altre riforme costituzionali ad esso correlate), il decreto Semplificazioni, e i vari decreti a sostegno di famiglie e imprese a seguito della pandemia da Covid.
Tra i principali provvedimenti approvati durante il governo Draghi c’è la nuova legge sulla concorrenza. Approvata anche la riforma degli appalti pubblici e le riforme del processo penale e civile (tutti provvedimenti che rientrano tra le riforme da realizzare all’interno del Pnrr). Poi, con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e l’esplodere della crisi dovuta al caro energia, il Parlamento nell’ultimo scorcio della legislatura e’ stato per lo più impegnato con l’approvazione dei vari decreti Aiuti.
Ma concentriamoci sul Superbonus al 110%. Una misura su cui vi sono voci bipartisan circa la conferma. “La chiusura dei cantieri entro il 31 dicembre 2022 può essere eseguita solo dopo aver allacciato al Gse l’impianto fotovoltaico.
Questa scadenza difficilmente potrà essere rispettata considerando il quantitativo enorme di richieste e i tempi necessari per svolgere l’istruttoria. Al Governo pertanto chiediamo una proroga di almeno 6 mesi del Superbonus 110 in modo da consentire a cittadini e imprese di poter usufruire della detrazione fiscale”. Così il senatore Udc Antonio De Poli.
“Il Superbonus 110%, la misura fortemente voluta e difesa dal Movimento 5 Stelle si conferma sempre più un volano indispensabile per la nostra economia. Lo dimostra l’impennata registrata dagli ultimi dati Enea che attestano il superamento da parte dei cantieri legati al Superbonus della quota di 50 miliardi di euro in termini di investimenti ammessi a detrazione. Affermano i senatori del Movimento 5 Stelle e referenti in Emilia-Romagna, Marco Croatti e Gabriele Lanzi.
Ma il Governo Meloni sembra intenzionato a voler apportare delle modifiche. Ecco chi potrebbe esultare. Attualmente, l’aliquota di detrazione consente di fare lavori in casa praticamente senza pagare praticamente nulla. Una misura che ha portato i cittadini a non contrattare sul prezzo delle materie prime che, come sappiamo, è cresciuto molto in questi mesi per via dell’inflazione, ma anche di alcune speculazioni.
Fratelli d’Italia vorrebbe intervenire sull’aliquota del superbonus, riducendola tra il 60 e l’80% e mantenendola così per un lungo periodo. Tale provvedimento entrerebbe in vigore dall’1 gennaio 2023. Ovviamente, però, per chi ha già iniziato i lavori l’aliquota dovrebbe rimanere al 110%.
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