E’ lui stesso, oggi 43enne, a pubblicare questa foto su Instagram. Con parole che trasudano una grande malinconia
Compie 43 anni. Ma le sue parole non sono di gioia e di festeggiamenti. Anzi, sono molto malinconiche, colme di tristezza. Avete riconosciuto questo bambino che, alla fine degli anni ’80, gioca con un pallone? Oggi la sua vita non è semplice. C’è il successo mondiale, è vero. Ma c’è anche un rischio costante. Avete capito di chi stiamo parlando?
Nel suo post, il nostro bimbo, oggi uomo, rimpiange proprio quei giorni. Ricorda il suo primo Tango, l’agognato pallone che somigliava all’inarrivabile pallone di cuoio. Chi non ci ha mai giocato da piccolo? “Avevo sino ad allora giocato solo con il meraviglioso Super Santos, ma il Tango, benché più pesante e meno agevole era pur sempre un pallone che somigliava a quello che vedevo sul verde del San Paolo”.
Sì, perché il nostro bimbo misterioso è napoletano e ricorda quegli anni in cui il Napoli è stato grande, grandissimo, grazie a Diego Armando Maradona. Ma, come detto, le sue parole trasudano grande malinconia: “Di quei giorni rimpiango tutto. Ma non, come si potrebbe pensare, la giovinezza o la spensieratezza. Rimpiango la libertà. Vorrei andare da quel ragazzino, che detestava festeggiare i compleanni perché gli sembravano una cosa stupida e superflua, e dirgli di goderseli tutti quei momenti, di festeggiare, riempire la casa di persone, divertirsi. Perché tutto sparisce in un attimo, ma lo capisci solo quando è troppo tardi…”
Il bimbo che gioca con un pallone alla fine degli anni ’80 altri non è se non Roberto Saviano, che proprio in questi giorni ha compiuto 43 anni. Giornalista e scrittore, divenuto famoso con il suo romanzo d’esordio, “Gomorra”, da cui poi sono stati tratti un film e una serie tv dal successo planetario.
Lo stesso successo che ha oggi Saviano. Numerose le sue collaborazioni con testate giornalistiche internazionali e italiane tra le quali L’Espresso, La Repubblica, Il Post e The Post Internazionale in Italia, Washington Post, il New York Times, Newsweek e il TIME negli Stati Uniti, El País in Spagna, Die Zeit e Der Spiege in Germania, in Svezia con Expressen, in Gran Bretagna con il The Guardian e il The Times.
Nei suoi scritti, articoli e nei suoi libri utilizza la letteratura e il reportage per raccontare la realtà economica, di territorio e d’impresa della camorra e della criminalità organizzata in senso più generale. Un’attività che gli ha dato molto. Ma che gli è costato molto.
Dalle prime minacce di morte del 2006 da parte dei cartelli camorristici del clan dei casalesi, di cui denunciò l’operato nel suo esposto e nella piazza di Casal di Principe durante una manifestazione per la legalità, è sottoposto ad un severo protocollo di protezione che dal 13 ottobre 2006 prevede che viva sotto scorta. Anche per questo, con il suo post, rimpiange quegli anni di libertà, a correre dietro il celeberrimo Tango.
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